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Battesimo del Signore

- Anno A -

 

indice delle feste

 

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 3,13-17

 

13 Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?". 15 Ma Gesù gli rispose: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia". Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento".

 

Commento storico

 

Introduzione

 

Vedere introduzione generale

 

Perché Gesù volle essere battezzato da Giovanni?

 

Certamente egli compì un atto di umiltà, di solidarietà con il genere umano, ma ciò che conta, per la redenzione di Israele e del mondo, è che Gesù, con il battesimo di Giovanni, fu riconosciuto come il Cristo da tutto il popolo.

Giovanni Battista sapeva, perché gliene avevano parlato i genitori Zaccaria ed Elisabetta, che Gesù era «il suo Signore» (Lc 1,43), anche se non l’aveva mai incontrato, essendo vissuto in luoghi deserti fin da fanciullo (Lc 1,80).

Il profeta Giovanni concluse dunque nel modo più grande l’Antico Testamento, preparando giuridicamente, di fronte alla legge di Mosè, l’esordio del Messia.

Gesù, prima, era un lavoratore; non era dedito allo studio e non apparteneva alle comunità essene o zelote, da cui si pensava stesse per uscire l’Unto del Signore, il Cristo.

Gesù stesso, nella discussione con gli scribi a Gerusalemme, mise in stretta relazione la propria autorità con il battesimo di Giovanni (Lc 20,1-8), e l’apostolo Paolo, agli Ebrei nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, poté presentare questa credenziale: «Dalla discendenza di lui (cioè del re Davide), secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù, dopo che Giovanni ebbe predicato, innanzi al “vessillo”(note a Lc 9, 51 e seguenti, in Gesù, il Cristo) del suo ingresso (a Gerusalemme), un battesimo di conversione a tutto il popolo d'Israele» (At 13,23-24). (a)

 

La Trinità di Dio si fa udire e vedere

Con battesimo di acqua, non fu solo il Battista che presentò ufficialmente Gesù al popolo, ma lo presentò anche la Trinità di Dio.

La stessa Trinità, per la prima volta, si fece conoscere all’umanità nel modo più semplice e concreto (Lc 3,21-22; Mt 3,16-17).

Da allora fu chiaro questo mistero di Dio, anche se della sua profondità possiamo comprendere soltanto qualcosa. Ma tanto basta a cambiare la vita del mondo, perché il Creatore ci ha fatto entrare nella sua familiarità.

I presenti poterono sentire che la voce era quella di Dio Padre, perché veniva dal cielo e si rivolgeva al “Figlio”, all’uomo che era lì sulla riva del fiume Giordano.

La colomba, che venne su Gesù, non era un simbolo di pace, ma una realtà più importante. Gesù non aveva bisogno di pace, il Padre era molto contento di lui.

Ricercando qua e là il significato della “colomba”, ho potuto notare che già da almeno mille anni gli Egiziani e i Babilonesi avevano impiegato i colombi come messaggeri. Gli Ebrei, che si trovavano di mezzo, potevano vederli passare sulle loro teste.

Dunque la colomba è un messaggero del Padre, per il Figlio uomo.

Come si è capito che la colomba era lo Spirito Santo, non un simbolo?

Giovanni Battista l’ha testimoniato, dopo ciò che aveva visto e udito, dopo averne probabilmente parlato con Gesù stesso e dopo aver “osservato” il comportamento di Gesù per quaranta giorni di ritiro nel deserto (Gv 1,33-34).

Le comunicazioni del Padre all’uomo Gesù

 

Quale messaggio comunicò la colomba a Gesù?

Non è difficile da scoprire, perché nel Vangelo secondo Giovanni leggiamo: « Colui che viene (giù) dall’alto (il Figlio) è al di sopra di tutti; colui che viene dalla terra (Giovanni Battista) appartiene alla terra e parla della terra. Colui che viene dal cielo è al di sopra di tutti: ciò che ha visto e udito, questo testimonia, e nessuno accoglie la sua testimonianza. Colui che ha accolto la sua testimonianza (Giovanni Evangelista), certifica con sigillo (il Battista aveva un suo sigillo) che (egli) è il vero Dio. Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio, poiché, indubbiamente, lo Spirito (gliele) dà non contate» (Gv 3,31-34; note a Gv 3,22-36).

Nello stesso Vangelo leggiamo più volte che Gesù, il Figlio, affermava di dire soltanto ciò che il Padre gli diceva e di compiere soltanto ciò che il Padre gli aveva ordinato.

Perciò la colomba aveva portato all’uomo Gesù le parole e le opere del Padre.

In seguito a questa presentazione di Giovanni e della Santissima Trinità, Gesù, «nella potenza dello Spirito Santo, ritornò in Galilea e la fama di lui si diffuse tutt’intorno nella regione. Egli insegnava nelle loro sinagoghe ed era stimato da tutti» (Lc 4,14-15), era riconosciuto come Maestro e Messia e non c’era ancora ostilità nei suoi confronti.

Un’ultima annotazione: chi ascoltava Gesù e lo seguiva era “nel pieno possesso delle sue facoltà”; per la maggior parte erano giovani, forti e svegli. Ne sono esempi proprio l’evangelista Giovanni, che era un ragazzo fresco di scuola, e Pietro che era un capo di pescatori.

 

 


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