| VII domenica del Tempo Ordinario - Anno A -   indice delle feste   Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,38-48   38 Avete inteso che fu  detto: Occhio per occhio edente per dente. 39Ma io vi  dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia  destra, tu pórgigli anche l'altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale  e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti  costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da'  a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 43 Avete inteso che fu  detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io  vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché  siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui  cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46 Infatti,  se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i  pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che  cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi,  dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.   Commento storico   Introduzione   Vedere introduzione generale   Dio  non si può vedere, Dio si è mostrato   Dio  ha parlato al popolo ebreo. Ha stretto con lui un’alleanza. Ma nessuno ha visto  veramente Dio, nemmeno Mosè.Soltanto  Gesù Cristo ha mostrato Dio in azione (Gv 1,18).
               Per  questo gli scribi di Matteo, rivolgendosi con franchezza ai capi del popolo ebreo,  hanno potuto mettere a confronto ciò che era stato detto agli antichi con le  parole di Gesù.  La  contrapposizione esprime la situazione della natura umana prima di Gesù Cristo.  Non illudiamoci, la stessa situazione riaffiora anche oggi, quando si fa a meno  di lui.   Il  Cristo e la natura   Nemmeno  per gli Ebrei, nemmeno per gli scribi e i farisei intenti a osservare la Legge,  era possibile superare il peccato della natura.  Con  il peccato originale l’umanità ha rifiutato e perso la reale amicizia con Dio. Di  conseguenza possiamo dire che ogni uomo ha perso la propria vita.Gesù  Cristo, da Figlio di Dio che conosce fino in fondo la natura creata, ha semplicemente  completato la Legge antica rivelata a Mosè.
  Si  può dire che la natura sia corrotta, ma Gesù può «salvare ciò che è perduto». Non  solo: ha cercato e cerca quel che è perduto, per salvare ogni cosa (Lc 19,10).  Con  le sue parole semplici rimette in evidenza la bontà perduta della natura umana,  creata da Dio.  Nella  stessa natura c’è il seme della vittoria sulla corruzione, rinvenuto dal Cristo. C’è la possibilità di cambiare il male in bene, la  possibilità di restaurare la dignità e la bontà della nostra natura.  Il  Maestro ci ha indicato i limiti del recupero: dobbiamo diventare come bambini,  con l’aiuto delle sue parole, del suo esempio e dei suoi poteri sacramentali.  Gesù vuole per noi la vita piena, che poi non ci sarà tolta.   La  natura umana si rinnova con la nascita dei bambini.  Con  questo modello ogni persona può rinascere da cima a fondo, fin dalle fondamenta (Gv 3,36), attraverso l’opera del Cristo Re.  La  perfezione da raggiungere è quella dei bambini, i cui angeli vedono la faccia  del Padre perfetto (Mt 18,1-11).               Dunque  il Cristo non vuole per noi alcun limite.  Certamente,  secondo natura, non oseremmo pensare di poter essere buoni e non sapremmo  esserlo molto, ma Gesù Cristo ci mette concretamente in cammino sulla via della  bontà.  Con  la sua grazia sacramentale rende efficace il nostro impegno a essere buoni nella  vita quotidiana. Rende naturale il comportamento buono.Così  il peccato è vinto, realmente, naturalmente.
  Queste  cose gli scribi di Matteo intendevano esporre, senza timore, ai capi ebrei. Sono  parole che hanno, comunque, costruito civiltà.   Natura  e civiltà   «Occhio  per occhio...»: così viene delimitato il peccato, il male. Si risponde con un  male proporzionato e il male raddoppia, il peccato rimane e la nostra natura  peggiora sempre più.  Ora  gli scribi del Cristo Re enunciano la nuova Legge, in grado di risolvere  problemi mai risolti dall’Antico Testamento e che perciò venivano solo  ipocritamente considerati risolti.  Contrariamente  alle apparenze, il cattivo ha desideri che la natura non può realizzare. Gesù  insegna a rispondergli nelle possibilità della natura, in modo semplice.  «Porgigli  anche l’altra guancia»: chi ti ha dato uno schiaffo, prima di aggiustare la mano per dare lo schiaffo sull'altra guancia, avrà un momento di esitazione  che lo farà riflettere.  Mostrando  prontamente al malvagio i limiti della natura e una benevolenza inattesa, si prepara  un beneficio anche per lui. Così il rimedio sarà concreto e totale.  «Amerai  il tuo prossimo e odierai il tuo nemico»: è l’atteggiamento che viene spontaneo.  Atteggiamento da “peccatori”. Il Cristo è venuto a liberarci dai nemici e a  renderci costruttivi anche nei loro confronti.  Noi  abbiamo così la possibilità di creare benevolenza dove la natura, lontana da  Dio, riesce solo a odiare, a peggiorare.  Con  la grazia del Cristo, il fedele è in grado di raccogliere ogni aspetto buono, anche  di chi non conosce Gesù, addirittura di chi gli è contrario.  La  possibilità di individuare con precisione, nella natura intera e nella natura  umana in particolare, ciò che è buono, appartiene ormai alla nostra civiltà. È  lo spazio della libertà, in cui si può agire senza limiti e senza fare il male,  ma solo del bene.  Infatti  possiamo notare che una libertà autentica non è quella di fare il bene già prestabilito,  ma è libertà di ciascuno di scoprire ogni bene possibile e di agire per  realizzarlo (Gv 8,31-32).               Con  il Cristo Re è nata una civiltà che era impensabile secondo natura. Egli da solo è motore  di civiltà, che possiamo comunicare di persona in persona, senza temere che il  motore si esaurisca.  Per  vedere l’efficacia di ciò che Gesù ha detto, basta provare a metterlo in  pratica.     |