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XII domenica del Tempo Ordinario

- Anno A -

 

indice delle feste

 

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 10,26-33

 

26Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

 

 

Commento storico

 

Introduzione

 

Vedere introduzione generale

 

Possibile soltanto a Matteo…

 

Dopo aver ricordato che, nel Vangelo secondo Matteo, gli insegnamenti di Gesù sono raccolti in cinque grandi discorsi, rammentiamo pure che si tratta di parole pronunciate in tempi e luoghi diversi.

Ciò appare evidente se combiniamo insieme il racconto, che risulta così in ordine cronologico, di Luca e Giovanni.

Gli scribi di Matteo hanno potuto dare alle parole di Gesù, accostandole, il significato che esaminiamo dopo brevemente, perché c’era il racconto storico precedente di Matteo, in aramaico, già tradotto in greco da Luca. C’era inoltre, ormai completo, il racconto di Giovanni.

Matteo e i suoi collaboratori erano stati autorizzati da Gesù stesso, dopo averlo ascoltato direttamente.

Ma non è stato più possibile compiere in seguito operazioni del genere, ossia ricomporre un racconto delle opere e parole di Gesù, così che fosse autentico e valido per tutti i luoghi e tutti i tempi.

A lungo andare, slegando Gesù dalla realtà storica, lo si fa diventare un moralista, non tanto Figlio di Dio e Cristo Re.

 

Opportunità nei secoli, per noi Gentili

 

Il Cristo viveva in sé tutto il compendio della Legge, lo completava divinamente e umanamente.

Gesù Cristo aveva autorizzato Matteo e molti altri scribi a elaborare i suoi insegnamenti (Mt 13,51-52). Il risultato fu di svincolare le parole e azioni di Gesù dalla situazione storica e geografica di una piccola terra, com’è la Palestina.

Il Vangelo secondo Matteo venne diffuso rapidamente tra gli Ebrei dell’Impero, a partire dall’anno 39, e servì a comunicare l’opera del Messia (Cristo) in tutte le situazioni e a tutti i secoli.

Questo fu il modo concreto di allora perché fossero «pienamente realizzate opportunità per le Genti» (Lc 21,24), così che conoscessero il Dio di Israele, la sua salvezza, il suo Cristo.

Opportunità che saranno diffuse da «chi mi riconoscerà davanti agli uomini», Ebrei o Gentili.

 

Oggi, un grande bisogno

 

Il Cielo ha dato molte opportunità a noi Gentili e abbiamo la speranza che ce ne dia ancora e sempre, ma quel che è certo oggi è il bisogno di tornare a Gesù storico.

Il Cristo, venuto a cercare e salvare ciò che è perduto, venuto a riunire tutte le pecore di Israele, non separerà gli Ebrei dagli altri, per raccoglierli in uno spazio riservato a loro, ma li riunirà nella nuova città santa Gerusalemme, che nel simbolo apocalittico ha dimensioni tali da contenere tutti gli abitanti del mondo conosciuto duemila anni fa (nota ad Ap 21,16).

Questo è possibile, praticamente e senza pretendere interventi miracolosi del Cielo, riscoprendo Gesù storico, nel suo ambiente sociale e geografico ebraico.

 

Non abbiate paura

 

Dopo queste riflessioni a cui ci costringe Matteo, ampliando la nostra visuale, ecco la salvezza di Gesù: «… Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati …».

Il Cristo Re ha cura di ogni più piccola creatura, ma del desiderio della nostra anima, di vivere sempre con il corpo, ha cura minuziosa.

La nostra vita, anche quella fisica, è sempre nelle mani di Dio e del suo Cristo.

 

 


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