XIV domenica del Tempo Ordinario 
            - Anno A - 
              
indice delle feste 
            
              
            Dal Vangelo secondo Matteo 
            Mt 11,25-30 
  
            25 In quel tempo Gesù disse:  "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai  nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì,  o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27 Tutto è  stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e  nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà  rivelarlo. 
            28Venite a me, voi  tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete  il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e  troverete ristoro per la vostra vita. 30 Il mio giogo infatti è  dolce e il mio peso leggero". 
  
  
            Commento storico 
              
            Introduzione 
              
            Vedere introduzione generale 
              
            Un dolce peso che solleva  
              
            Con il Cristo Re, non è l’impegno  faticoso che conta, ma conta andare a lui per ricevere del ristoro. 
             I suoi insegnamenti sono un peso  leggero, perché impegnano tutta la persona a trovare soluzioni di carità verso  tutti, costruttive anche fisicamente. Dopo aver ascoltato lui, dopo aver messo  alla prova della realtà le sue parole, ci si ritrova più solidali, più riposati  e più vivi. 
              
            Per i semplici 
              
            Nel Vangelo secondo Matteo, i diversi  insegnamenti di Gesù sono stati accostati per ottenere significati abbastanza  immediati e semplici, che raggiungessero, appunto, i bambini. 
             Si è potuto fare perché c’erano già  altri Vangeli storici: quello di Matteo, in aramaico, e quelli di Luca e  Giovanni, non ancora pubblicati. Questi ultimi vennero pubblicati soltanto quando  ci si accorse che stava cambiando definitivamente la scena in cui Gesù aveva agito. 
             In effetti, nei venti secoli della  Chiesa, molti si sono resi conto che è impossibile approfondire il ragionamento  “teologico” sul Vangelo di Matteo. Si può perfino andare molto lontano dalla  verità di Gesù Cristo. Perciò chi voleva capire di più ha quasi sempre  preferito Giovanni, a volte Luca o Marco. 
           Ma è importantissimo non dimenticare  mai che il Padre ha «tenuto nascoste  queste cose ai sapienti e agli intelligenti» e le ha «rivelate ai semplici», ossia che ogni approfondimento su Gesù deve  tornare alla più semplice realtà e verità, testimoniata da lui con parole e  opere storiche. 
            
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