|           
             V domenica del Tempo Ordinario
             - Anno B -   indice delle feste   Vangelo secondo Marco Mc 1,29-39   29 E subito, usciti  dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo  e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e  subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare  prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. 32 Venuta la sera,  dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta  la città era riunita davanti alla porta. 34 Guarì molti che erano  affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni  di parlare, perché lo conoscevano. 35Al mattino presto si  alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là  pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue  tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: "Tutti ti cercano!". 38Egli disse loro: "Andiamocene altrove, nei villaggi vicini,  perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". 39E  andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i  demòni.   Introduzione   Vedere l'introduzione generale.   Marco  e Pietro   Questo brano  ricorda molti fatti, in sintesi, ed è un promemoria per chi doveva raccontare a  voce. (a)   Inoltre, con  poche parole, Marco riesce a definire ciò che nei precedenti Vangeli poteva  essere incerto.  Informa che la  casa in cui Gesù era ospite era dei due fratelli Simone e Andrea.  Uno aveva il  nome ebraico e l'altro il nome greco e si potrebbe pensare che fossero fratellastri,  figli di Giona (o Giovanni) ma non della stessa madre. Invece ecco la precisazione:  avevano la casa insieme, erano molto uniti, erano fratelli veri.  Questo ci  conferma pure che in Galilea erano usati indifferentemente il greco l'aramaico-ebraico.  Ecco perché,  anche se la sintassi di Marco sembra aramaica, si può affermare che egli ha  scritto direttamente in greco. Pietro parlava un greco popolare, fortemente  influenzato dall'aramaico.  Marco, che  durante la vita pubblica di Gesù era un giovinetto, (b) divenne appunto discepolo  di Simon Pietro. Quando Pietro,  nell'anno 45 (42), (c) fu invitato a Roma dai nobili cavalieri e cesariani, (d) perché facesse loro conoscere Gesù, Marco lo accompagnò come interprete, per il  latino. Infatti l'evangelista si chiamava Giovanni Marco, aveva un nome ebraico  e uno latino.  Ma, una volta  arrivati a Roma, si accorsero di non ricordare con precisione gli avvenimenti  e, soprattutto, le parole più importanti di Gesù. Inoltre i Romani chiesero di  poter avere per iscritto la narrazione dei fatti.  Tornati l'anno  seguente a Gerusalemme, Marco si servì di ciò che era già stato scritto da  Matteo, da Giovanni e da Luca.  Soltanto Matteo  aveva già pubblicato la sua relazione dei fatti, in aramaico-ebraico, e la  ricomposizione del racconto, ossia il Vangelo che ci è arrivato, in greco.  Per questo  Marco, nello scrivere, dovette tener conto del Vangelo di Matteo, con gli  spostamenti dei fatti e le variazioni delle parole di Gesù.  Sembra così  che Gesù sia andato ad abitare a Cafarnao dopo aver chiamato i quattro  pescatori sul mare di Galilea.  Non è logico e,  dal Vangelo di Luca, sappiamo che la chiamata dei pescatori avvenne circa un  anno dopo. Ma questi pescatori, tranne Giacomo fratello dell'evangelista Giovanni,  in realtà erano discepoli di Gesù proprio dall'inizio, benché non avessero abbandonato  il loro lavoro.   I  primi due giorni a Cafarnao   Il racconto di  quello che fece Gesù in quei due giorni, è frutto della testimonianza di tutti  coloro che si trovavano a Cafarnao all'inizio della vita pubblica di Gesù.  In particolare  era testimone Simone, che Gesù aveva già soprannominato "Pietro". (e)  A Cafarnao il  Maestro si era trasferito quando i suoi  compaesani di Nazareth avrebbero voluto gettarlo giù da un precipizio. Ma era  già stato nella città per alcuni giorni insieme a sua madre e ai primi cinque  discepoli.  Per questo Marco,  che voleva narrare con verità storica, ha potuto situare la chiamata dei  quattro pescatori prima del trasferimento di Gesù.  Il secondo  giorno Gesù si ritirò in un luogo deserto, ma Luca ha scritto che non vi era  andato solo per pregare e non ci arrivò. Si sarà pur fermato a pregare lungo il  cammino.  Marco, più di  Luca, evita di parlare di quel luogo, perché si trattava probabilmente di  Gamla, città di zeloti. Non si poteva consentire ai Romani di individuare il luogo  e di considerare Gesù come amico degli zeloti, ossia nemico di Roma.   La  grazia e la verità del Regno di Dio   Poi Gesù  disse: «Andiamocene..», ma non sempre i discepoli lo seguirono, in quell'anno  di predicazione; tornavano spesso al lavoro di pescatori.  In quell'«anno  di grazia» egli predicava nelle sinagoghe e scacciava i demoni, non solo in  Galilea ma anche più a nord e più a sud.  Erano arrivate  nel mondo la verità e la grazia del Regno di Dio. In seguito, con il discorso  della montagna, Gesù ha sintetizzato verità e grazia nella carità.  Così incominciava  a realizzarsi pienamente la profezia di Isaia. (f)  Si deve  ricordare sempre che i Vangeli furono scritti tutti a Gerusalemme,  nell'ambiente ebraico molto prima della distruzione del Tempio, rivolti  soprattutto agli Ebrei, eccetto questo, di Marco, che è rivolto ai Romani.  Perciò mancano  qui i lunghi discorsi di Gesù, che potevano poi essere ricordati e adattati dai  missionari a Roma.   NOTE   (a) Storia dei quattro Vangeli; Vangeli, evangelisti, simboli.   (b) Mc 14,51-52.   (c) Vedere Date e Linea del tempo di Gesù.   (d) Marta Sordi, articolo da Il Timone, anno 3 (2001) marzo/aprile, n. 12, p. 38-39.    (e) Pietro significa "pietra", al maschile, e in greco è proprio  "Petros".   (f) Lc 4,18.   |