IV domenica di Quaresima
- Anno B -
indice delle feste
Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,14-21
14 come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17io, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio".
Introduzione
Vedere l'introduzione generale.
Il primo insegnamento di Gesù, dettato a Giovanni
Gesù ebbe il primo confronto con un maestro della legge, Nicodemo. Il nome era greco e certamente parlava questa lingua, come molti altri sia a Gerusalemme sia nel resto della Palestina.
Ciò è importante, perché ci permette di concludere che Gesù ha dettato all'evangelista Giovanni le parole di questo brano evangelico in greco, come sono arrivate fino a noi.
Sono parole esatte del Figlio di Dio, il suo primo insegnamento «di fronte ai suoi discepoli» (Gv 20,30).
La testimonianza del Cristo e dei discepoli agli amici di una città particolare
Poco prima (Gv 3,11) Gesù aveva detto, a nome suo e dei primi cinque discepoli, alla presenza autorevole di Nicodemo:
«In verità, in verità ti dico che noi (è Gesù stesso, con i suoi discepoli, a certificare)
parliamo di quel che sappiamo (Gesù parla di quello che conosce)
e testimoniamo quel che abbiamo veduto; (i discepoli testimoniano le cose straordinarie che hanno già visto)
ma voi non accogliete la nostra testimonianza».
Chi potevano mai essere questi «voi»? Non certo i discepoli presenti, che avevano creduto in Gesù e si erano affidati a lui legalmente.
Non era nemmeno Nicodemo, da solo, ma alcune persone che non erano presenti e a cui era destinato il discorso dettato dal Maestro Gesù. Non abitavano a Gerusalemme e neppure nei luoghi della Galilea che il Cristo percorreva normalmente.
Da vari indizi si arriva a identificarli con gli abitanti di una città chiamata Gamla, fortezza situata sulle pendici dell'altopiani del Golan, a nord est del Lago di Galilea. Tra i destinatari di quella città c’erano altri maestri della Legge.
L'insegnamento
Dio è la luce, la vita che non perisce, la carità.
Ha inviato la sua luce agli uomini, mandando il Figlio.
Gli uomini non sono più soli nel loro peccato e nella loro confusione.
Il Figlio, con infinita carità, si farà carico del peccato del mondo e preannuncia che verrà «innalzato» sulla croce per salvare chi crede in lui.
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