Trasfigurazione del Signore - 6 agosto
- anno B -
indice delle feste
Dal vangelo secondo Marco
9,2-10
2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Commento storico
Introduzione
Vedere introduzione generale
Marco e Pietro
Marco, mentre scriveva il suo Vangelo, chiedeva all’apostolo Pietro delucidazioni sui fatti. Dalla testimonianza di Pietro e dal suo parlare colorito vengono le parole «nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche». Ciò serve appunto come firma di Pietro, testimone del fatto.
Se Pietro poteva testimoniare, Marco però non poteva ignorare il Vangelo secondo Matteo che era già stato pubblicato nell'impero romano. Per esempio, Luca riporta: «Circa otto giorni dopo questi discorsi» (Lc 9,28); Marco invece, seguendo Matteo (Mt 17,1), annota: «Sei giorni dopo...».
Tuttavia nemmeno Pietro poteva ricordare con precisione quanti giorni erano passati.
Matteo e Marco ci ricordano spesso dati storici che non troviamo in Luca e in Giovanni: si tratta di precisazioni che potevano fornire i testimoni anche a distanza di tempo dagli avvenimenti. Ogni Vangelo offre riflessioni diverse dagli altri. Ma il significato originale delle parole e delle azioni di Gesù si può approfondire soltanto combinando insieme i Vangeli di Luca e Giovanni, nell'ordine cronologico che è loro proprio.
Da questi ci possiamo aspettare la massima fedeltà storica.
"Incaricati ufficiali della relazione" scritta
«Non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti»; ma potevano riferirlo a Matteo che annotava gli avvenimenti.
Infatti l'ha scritto nei particolari, come scopriamo leggendo Lc 9,28-36 (Luca ha tradotto e trascritto la relazione di Matteo). Non è possibile che la memoria sia stata conservata per diversi mesi in modo così preciso.
La trasfigurazione, segno del Regno di Dio
La Trinità divina ha voluto mostrare in questo episodio quanto sarebbe stata grande la gloria del Cristo Re, anche nei confronti dell'Antico Testamento.
Il Regno di Dio, il cui Re è il Cristo, glorificato dopo la morte in croce, è «la sola cosa di cui c'è necessità» (Lc 10,42); è necessario cercare «soltanto il suo regno, e queste cose vi saranno date di conseguenza» (Lc 12,31).
Nel momento della Trasfigurazione non era ancora l'ora in cui il Regno dovesse manifestarsi.
Ma per noi ques'ora è passata da un po' ed è appunto ora che cerchiamo veramente questo Regno. Se ci pensiamo realmente, non sembra che sia in cima ai nostri pensieri. Anzi non sappiamo da che parte incominciare a cercarlo, a parte il doveroso impegno a "fare il bene ed evitare il male".
Potremmo incominciare con il mettere alla prova dei fatti le numerose parabole di Gesù che "illustrano" il Regno di Dio, o Regno dei cieli come lo chiama il Vangelo secondo Matteo.
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