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Veglia Pasquale

- Anno C -

 

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Dal Vangelo secondo Luca

Lc 24,1-12

 

1 Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno". 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l'accaduto.

 

 

Commento storico

 

Introduzione

 

Vedere introduzione generale

 

Punto d'incontro dei Vangeli

 

Numerosi particolari (due angeli e non uno; "quando era ancora in Galilea" e non "vi attende in Galilea") contrappongono in questi passaggi il Vangelo di Luca a quello di Matteo, mentre lo collegano a quello di Giovanni ("vede i lini soltanto" - "vede i lini appiattiti": Gv 20,6).

Ricordiamo ancora una volta che questi ultimi due Vangeli si presentano come relazioni storiche dei fatti, con relative certificazioni, mentre nel Vangelo di Matteo è stato cambiato tutto ciò che era possibile, per motivi editoriali.

Marco, da parte sua, ha dovuto tener conto del Vangelo di Matteo, che era già stato pubblicato, e ha completato le narrazioni degli altri Vangeli ove ce n'era bisogno.

 

Testimoni qualificati

 

Come i Vangeli di Luca e di Giovanni sono il riferimento qualificato per conoscere i fatti riguardanti Gesù di Nazareth, così la presenza di scribi e uomini di stirpe sacerdotale tra i discepoli è la garanzia che gli Evangelisti hanno scritto la verità storica.

Tra i discepoli c'era anche Luca, che non ha appreso i fatti da San Paolo ma, al contrario, li ha testimoniati con il suo Vangelo all'Apostolo delle Genti. Ciò non è stato scritto da nessuno storico, ma si evince dallo studio diretto dei testi evangelici in lingua greca, dopo aver controllato la fedeltà delle traduzioni a noi pervenute. I testi greci sono stati riveduti criticamente nei secoli recenti, poiché si era notato che alcuni passaggi erano stati adattati al significato presunto, così come era stato colto nei primi secoli. Infatti il greco di Luca e di Giovanni non è affatto facile da interpretare. Tuttavia si tratta di un linguaggio usato da uno scrittore di schietta origine greca, quale era Luca, oppure di parole dettate da Gesù stesso in greco al "discepolo che aveva caro", Giovanni.

Tutto ciò si ricava da uno studio abbastanza semplice svolto sui Vangeli, proprio nel testo critico in lingua greca.

 

La sorpresa

 

Sebbene Gesù avesse avvisato i suoi discepoli che sarebbe stato riprovato dai capi e dai sacerdoti, che sarebbe stato messo a morte e, poi, sarebbe risorto, nessuno si era reso conto di ciò che significasse. Nessuno attendeva che Gesù, morto in croce, risorgesse glorioso.

La mattina di quel giorno dopo il sabato, Pietro e Giovanni, avvisati da Maria di Magdala, vollero rendersene conto personalmente (Gv 20,1-10) e Giovanni, nel suo intimo, credette subito alla risurrezione per aver visto una scena straordinaria (Gv 20,6-9).

L'interpretazione in senso simbolico (incredibile se non avvenisse davvero e correntemente) del Vangelo di Luca ci fa perdere la maggior parte del significato della sua testimonianza, tesa a renderci partecipi concretamente dell'opera redentrice del nostro Salvatore.

 

 


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