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Misteri della luce

(giovedì)

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Perchè i Misteri della luce? Giovanni Paolo II lo spiega al paragrafo 21 della sua Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae:

«Passando dall'infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, "misteri della luce". In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è "la luce del mondo" (Gv 8, 12).

Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno. Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi - misteri "luminosi" - di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati:

, nel suo Battesimo al Giordano,

, nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana,

, nell'annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione,

, nella sua Trasfigurazione e, infine,

, nell'istituzione dell'Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale.

Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù.

In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell'altro della predicazione di Gesù (cfr Mc 3,31-35; Gv 2,12) e nulla dicono di un'eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell'istituzione dell'Eucaristia. Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo.

La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). È ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i "misteri della luce"».

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Nel primo Mistero della Luce si contempla:

"Il Battesimo di Gesù nel Giordano"

Dal Vangelo di Matteo 3,17 e par

«È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa "peccato" per noi (cfr 2 Cor 5,21), nell'acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto, mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende».

(Giovanni Paolo II)

 

La manifestazione sensibile della Trinità di Dio

L'autorità del battesimo di Giovanni

Contemplo...

la manifestazione della SS. Trinità, nel modo più concreto, al momento in cui Gesù prende su di sé il nostro peccato.

Prego

Maria, perché mi guidi a comprendere che cosa significa per me il Battesimo di Cristo.

Decido...

come sentire orgoglio, in qualche situazione particolare della mia vita, per aver conosciuto il Figlio del quale Dio Padre si compiace.

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Nel secondo Mistero della Luce si contempla:

"Le nozze di Cana"

Dal Vangelo di Giovanni 2,1-12

«Mistero di luce è l'inizio dei segni a Cana, quando Cristo, cambiando l'acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all'intervento di Maria, la prima dei credenti».

(Giovanni Paolo II)

 

L'autorità della Madre

Il vino migliore nel mezzo della festa

Gesù benedice il Matrimonio

Il vino e gli sposi

Miracolo e creazione

"I discepoli credettero in lui"

Il cuore del Salvatore

Parliamo di "ecologia"

Contemplo...

la festa di nozze a Cana, che stava per intristirsi e che Gesù rese più gioiosa e allegra.

Prego

chiedendo che la luce di Gesù mi dia gioia vera.

Decido...

come manifestare in qualche situazione particolare la gioia che Gesù Cristo mi vuole dare.

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Nel terzo Mistero della Luce si contempla:

"L'annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione"

Dal Vangelo di Marco 1,15

«Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l'avvento del Regno di Dio e invita alla conversione, rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr Mc 2,3-13; Lc 7,47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr Gv 20,22-23)».

(Giovanni Paolo II)

 

Il Regno di Dio è vicino

Le Beatitudini

La legge della carità

Vigilare nella Chiesa

Il buon Samaritano

Le parabole

Di una sola cosa c'è necessità

Educare all'ombra del Regno

Contemplo...

Gesù che con autorità annuncia, alla gente di Palestina e a me, che il Regno di Dio è vicino.

Prego

per chiedere di poter trovare la via della mia conversione.

Decido...

come cercare nelle mie giornate la presenza del Regno di Dio e come seguirlo convertendomi.

 

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Nel quarto Mistero della Luce si contempla:

"La trasfigurazione di Gesù sul Tabor"

Dal Vangelo di Luca 9,35 e par

«Mistero di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo ascoltino e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo».

(Giovanni Paolo II)

 

Anticipo della gloria

Il fatto storico

Contemplo...

quel momento singolare in cui Gesù appare nella luce in compagnia dei personaggi più caratteristici dell'Antico Testamento.

Prego

con il cuore rivolto a quella luce.

Decido...

come riversare su qualche momento quotidiano il bene di aver assistito spiritualmente sul Tabor a quella manifestazione di luce.

 

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Nel quinto Mistero della Luce si contempla:

"L'istituzione dell'Eucaristia"

Dal Vangelo di Giovanni 13,1

«Mistero di luce è, infine, l'istituzione dell'Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando "sino alla fine" il suo amore per l'umanità, per la cui salvezza si offrirà in sacrificio».

(Giovanni Paolo II)

 

Il pane e il vino trasformati

L'Eucaristia, crocevia di molte testimonianze

Mistero preparato dal miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci...

Perché un sacerdote può rendere presente Cristo?

Gratitudine verso Gesù Cristo

Contemplo...

Gesù che, con l'autorità di Figlio di Dio confermata dai miracoli, trasforma, in modo invisibile agli occhi, il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue. Tutto questo è testimoniato  storicamente dai Vangeli, in modo valido anche oggi, oltre essere Tradizione della Chiesa.

Prego

pensando al sacrificio di Gesù e al nutrimento che ci ha dato per l'anima.

Decido...

in che modo usare per la vita del corpo e dell'anima le energie spirituali che il Pane dell'Eucaristia mi dà.

 

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La manifestazione sensibile della Trinità di Dio

 

«In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di Lui come una colomba.

E si sentì una voce dal cielo:

"Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto"».

(Giovanni Paolo II)

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L'autorità del battesimo di Giovanni

 

«Dicci con quale autorità fai queste cose o chi è che ti ha dato quest'autorità».

E Gesù rispose loro: «Vi domanderò anch'io una spiegazione, e rispondetemi: Il battesimo di Giovanni veniva dal Cielo o dagli uomini?».

Lc 20,2-4

Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù, dopo che Giovanni ebbe predicato, innanzi al "vessillo" del suo esordio, un battesimo di conversione a tutto il popolo d'Israele.

At 13,23-24

Giovanni, come profeta riconosciuto da tutto il popolo, presenta legalmente Gesù al pubblico come Messia.

Ciò che la gente può vedere e sentire al battesimo di Gesù, in particolare la colomba, segna il passaggio dall'Antico Testamento a un Nuovo Testamento. La potenza dell'Altissimo si manifesta nel mandare il suo Spirito, che aveva ispirato i Profeti nella rivelazione fino a quel momento, come un'umile colombo viaggiatore che porta all'uomo Gesù le parole (profetiche) e le opere del Padre.

Già la potenza del Signore si era manifestata nel far nascere suo Figlio, che gli uomini ancora non conoscevano, come semplice bambino, da una vergine.

Tutto avviene alla presenza del profeta Giovanni.

Non avviene attraverso le riflessioni dei sapienti, ma con un fatto semplice. 

RITORNA A 1° MISTERO

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L'autorità della Madre

 

«La Madre disse ai servi: "Fate quello che vi dirà".
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in Lui"».

(Giovanni Paolo II)

RITORNA A 2° MISTERO

 

Il vino migliore nel mezzo della festa

 

Come si è presentato Gesù, iniziando a la sua opera in pubblico?

Non ha insegnato, ma ha ravvivato una festa, nel modo che sapeva fare solo Lui.

Per gli adulti e per i giovani il vino è allegria: Gesù ne ha procurato del migliore.

RITORNA A 2° MISTERO

 

Gesù benedice il Matrimonio

 

Se Gesù è venuto in soccorso degli sposi di Cana, è perché voleva conferire la sua divina dignità agli sposi e al Matrimonio.

Voleva assicurare alle famiglie la sua incessante assistenza divina.

Perché Gesù Cristo non ha quasi mai offerto insegnamenti di morale sessuale?

Prima di tutto perché il suo ministero, al contrario di ciò che si pensa, non consisteva prevalentemente nell'insegnare comportamenti morali, ma nell'essere via, verità e vita. Poi, perché era meglio non eccedere nel fissare regole, come è successo in seguito in ogni tipo di Chiesa. Infatti in questo campo ognuno è naturalmente geloso della propria libertà, pur seguendo fedelmente la legge di Dio e l'insegnamento del Cristo.

Non occorreva, perché c'erano consuetudini e leggi precise in Israele su questo argomento, che tenevano lontani gli uomini e le donne dalle deviazioni gravi. Per quanto riguarda l'aborto, non si pensava nemmeno ad ammetterlo: «Quando alcuni uomini rissano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un'ammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà attraverso un arbitrato» (Es 21,22). «Non vi sarà nel tuo paese donna che abortisca o che sia sterile. Ti farò giungere al numero completo dei tuoi giorni» (Es 23,26). Per quanto riguarda la fedeltà coniugale, invece, basta pensare a Gv 8,1-11, cioè che una donna infedele al marito poteva essere lapidata.

Gesù si limitò a completare la legge e a riequilibrare le cose, dicendo: «Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio» (Lc 16,18).

Ma non basta. Qui, alle nozze di Cana, offrì vino perché addirittura si ubriacassero di festa. La vita di coppia, dunque, esige il matrimonio per essere sicura ed essere esercitata abbondantemente.

Poi dobbiamo ricordare che la vita di coppia è fatta di ritmi, di un continuo allontanarsi un po' e riavvicinarsi di più. Gesù vi si intromette, per far capire che egli porta salvezza proprio in questi ritmi: «In verità vi dico che non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli a motivo del regno di Dio, che non riceva molto di più in questo momento e vita eterna nel tempo che viene» (Lc 18,29-30). Insomma: quando ci si allontana un po' l'un l'altro per ricaricarsi, è importante prendere energia da Gesù ed egli, con la ricchezza delle sue parole, delle sue opere e della sua grazia, fa trovare a ciascuno il suo modo di "comportarsi bene" con la persona dell'altro sesso.

Spesso, nel nostro tempo, i "rapporti di coppia" sono difficili da iniziare e da continuare. Ci sono troppi casi di persone che per questo arrivano a uccidere. L'amore tra uomo e donna non è rispettato e difeso; non viene preparato con una vera educazione e non viene coltivato con la fedeltà.

Il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria offrono limpidezza ai sentimenti e fermezza nel mantenerli.

Pensiamo che Gesù Cristo ha mostrato quale è il destino del corpo, quando con gioia appariva risorto e ancora mangiava, parlava come prima, ecc. Maria, nelle sue apparizioni ha manifestato il destino del corpo femminile: una bellezza e una grazia superiori a ogni realtà terrena.

Per questo si deve avere ogni cura del corpo, ma anche in questo caso vale ciò che ha detto Gesù: «Chi non è con me, è contro di me; e chi non accumula con me, sperpera».

Nel mezzo delle situazioni del suo tempo, Gesù ha detto che l'anima vale più del cibo, ma anche che il corpo vale più del vestito.

Ha fatto i miracoli per dimostrare come vuole il corpo e l'anima delle persone: sani, vivi, sereni, allegri. Non ha parlato di mortificazione, se non per dire che una parte del corpo non può essere lasciata a danneggiare il corpo intero. Quando ha parlato di digiuno, ha raccomandato di farlo in piena sincerità e mostrando un viso contento.

Dunque si deve dare valore a ogni sentimento, a ogni passione, a ogni sensazione, «portando la nostra "croce" ogni giorno» dietro al Cristo Re. Infatti la realtà del corpo e le sue espressioni, come anche la realtà dell'anima e le sue espressioni, sono "la croce", non sempre sgradita, da cui non lasciarci schiacciare, ma da "portare" dietro al Cristo ogni giorno. È questa la vera vita, di cui egli non lascerà andar perso nemmeno un capello. Poi ci risusciterà.

Attenzione, però!

Non è possibile andare dietro al Cristo Re, se non si conosce quello che ha detto e ha fatto concretamente, durante la sua vita storica.

Non si può avere realmente la sua grazia (i vantaggi che egli offre), senza i sette Sacramenti di cui ha dato veramente potere alla sua Chiesa.

 

RITORNA A 2° MISTERO

 

Il vino e gli sposi

 

Si dice: "Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca". Lo si dice senza convinzione, perché sarebbe angoscioso se fosse proprio così.

Una coppia di sposi cristiani non ci crede proprio.

Quando il vino è esaurito, Gesù Cristo ne dà di inaspettato, attraverso la grazia del sacramento del Matrimonio.

Quando egli libera i due sposi dal rancore di una lite,scatta sempre in uno dei due un motivo che rende nuovo lo stare insieme.

Per questo chiediamo ai nostri sacerdoti di dare importanza, per la società civile, a tutti i sacramenti, in particolare alla Confessione o Riconciliazione. Se è possibile accedere facilmente a questo sacramento, e i sacerdoti lo raccomandano, c'è un aiuto immediato per risolvere le liti in famiglia e rinnovare il "vino" di Gesù Cristo.

RITORNA A 2° MISTERO

 

Miracolo e creazione

 

Gesù ha compiuto i miracoli semplicemente con la sua parola, e con pochissimi gesti, proprio come Dio ha creato ogni cosa.

Gesù conferma così quello che dice la Genesi. Può farlo di nuovo per gli uomini, che non hanno visto la creazione.

Attraverso la «Testimonianza di Gesù Cristo»  è come se la creazione fosse avvenuta realmente nei sei giorni scorsi; ed è come se oggi fossimo realmente nel settimo giorno.

Nello stesso tempo, siccome Gesù con i miracoli libera le creature umane dal male e dai demòni, appare chiaro che il male non fa parte della creazione di Dio: Egli non vuole il male e la morte. Il male è opera del diavolo e degli uomini. 

RITORNA A 2° MISTERO

 

I discepoli credettero in lui

 

«I discepoli credettero in Lui», cioè aderirono giuridicamente alla sua scuola, perché erano sicuri che il Maestro avrebbe comunicato loro soltanto uno straordinario bene.

RITORNA A 2° MISTERO

 

Il Cuore del Salvatore

 

Qualunque situazione della nostra vita era nel cuore del Salvatore, prima che morisse e risorgesse, tanto più lo è adesso che Egli «siede alla destra del Padre». Non dobbiamo perciò avere ritegno a chiedergli il suo aiuto nelle vicissitudini più complicate della nostra vita. Lui sa cosa fare per noi e noi dobbiamo conoscere le parole che ha detto e confrontarci con le sue azioni, leggendo nel modo più "grezzo" i Vangeli.

RITORNA A 2° MISTERO

 

Parliamo di "ecologia"

 

Ecologia significa "studio dell'ambiente", per definire come comportarci dove viviamo. Ma per fare tutto questo occorre prima scoprire il significato dell'ambiente e dei suoi componenti, animali, piante, minerali, ecc.; altrimenti il nostro comportamento sarà positivo in un senso e negativo in un altro e non sappiamo mai quali sono le decisioni veramente positive.

Chi ci dice qual è questo significato? Ce lo può dire soltanto il Creatore e, per Lui, Gesù Cristo suo Figlio.

Le basi dell'ecologia non sono visibili nelle cose, non si trovano soltanto nelle cose.

Con i miracoli e con le sue parole, Gesù ha fatto vedere il significato di ogni creatura nel disegno di Dio.

Tutto ciò che noi chiamiamo scienza e tecnologia è imitazione dei miracoli di Gesù: è l'effetto di essi che continua. La scienza e la tecnica, se si allontanano troppo dall'idea ispirata da quei miracoli, producono effetti disumani.

Gesù Cristo non ha aggiustato tutto ciò che il peccato ha rovinato e non ha cambiato le leggi e il corso della natura. I miracoli dovevano essere significativi, perché noi sapessimo come usare le creature.

Gesù stesso si è fatto vittima e così dà senso anche alla morte degli animali per la nostra vita, ma non si è sognato di dire che non bisogna mangiare la carne degli animali (Dio l'ha permesso a Noè).

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Il regno di Dio è vicino

 

«Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio
e diceva:
"Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo"».

(Giovanni Paolo II)

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Le Beatitudini

 

Avvenne anche, in quei giorni, che egli uscì per andare sulla montagna a pregare e, passandovi la notte, perseverava nella preghiera a Dio. Quando venne giorno, chiamò vicino i suoi discepoli e, scegliendone dodici che fossero anche apostoli, chiamò: 

Simone, che ha chiamato anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bar-tolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che è stato traditore.

Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante; e c'era gran folla di suoi discepoli, gran moltitudine di gente da tutta la Giudea e da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie. Anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi venivano guariti e tutta la folla cercava di toccarlo, perché una potenza usciva da lui e sanava tutti. Ed egli, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi poveri, 
perché vostro è il regno di Dio.

Beati voi che adesso avete fame, 
perché sarete saziati.

Beati voi che adesso piangete, 
perché riderete.

Siate felici quando gli uomini vi odieranno e vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.

Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti si comportavano i loro padri con i profeti.

Invece guai a voi, ricchi,

perché tenete lontano il vostro invito (al Regno di Dio).

Guai a voi che siete sazi ora,

perché avrete fame.

Guai a voi che ridete ora,

perché sarete afflitti e piangerete.

Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi.

Allo stesso modo infatti si comportavano i loro padri con i falsi profeti.

Lc 6,12-36

Questo è il racconto storico del "discorso della montagna": Matteo aggiunse le altre Beatitudini raccogliendo  parole di Gesù pronunciate in altre occasioni. 

Qui si comprende bene che l'annuncio delle Beatitudini, come è avvenuto storicamente, era una promessa di vita e di gioia per coloro a cui nessuno avrebbe nemmeno osato dare una speranza. Egli stesso, con le sue parole e opere, avrebbe portato ciò che prometteva: il Regno di Dio, che «è già tra voi».

Si può dire che il regno di Dio è dove i bambini trovano piena dignità.

RITORNA A 3° MISTERO

 

La legge della carità

 

«Ma dico a voi che ascoltate: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.

A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non trattenere la tunica.

Da' a chiunque ti chiede; e a chi porta via del tuo, non richiederlo.

E come volete che gli uomini facciano a voi, fate loro allo stesso modo.

Se avete cari quelli che vi hanno cari, quale vantaggio c'è per voi? Infatti anche i peccatori hanno cari quelli che li hanno cari.

E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, quale vantaggio c'è per voi? Anche i peccatori fanno lo stesso.

E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, per voi quale vantaggio c'è? Anche dei peccatori concedono prestiti a peccatori per riceverne altrettanto.

Abbiate cari invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro salario sarà copioso e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i cattivi.

Siate compassionevoli, come è compassionevole il Padre vostro.

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Lc 6,27-38

 

Il perdono, accordato con intelligenza a imitazione di Gesù Cristo, è l'unico mezzo che ferma veramente il male, la violenza, la guerra...

Esempio: se uno mi dà uno schiaffo su una guancia e io gli porgo l'altra, lo obbligo a riflettere, già per decidere con quale mano debba darmi l'altro schiaffo...; così fermo il male.

La carità, che Gesù Cristo suggerisce e realizza, è intelligenza: è avere caro  il nostro prossimo, e nello stesso tempo aver cari noi stessi. È completezza: comprende la solidarietà e insieme la sussidiarietà e la libertà, ecc.; non ha bisogno di altre idee per funzionare. È «farsi degli amici con la ricchezza disonesta perché, quando finirà, ci accolgano nelle dimore eterne»  (Lc 16,9), cioè nel Regno di Dio e, poiché il suo Regno «la sola cosa di cui c'è necessità» in questo mondo, significa fare degli affari migliori, a lungo termine, duraturi.

Quando poi si parla di libertà cristiana, si parla di libertà reale, non di libertà condizionata, come "libertà di fare il bene", o "libertà che finisce dove incomincia la libertà dell'altro". Si tratta della libertà insieme a Gesù Cristo, che vede il pieno significato della realtà e lo comunica a noi con le sue parole e azioni: «Se rimanete (ospiti) nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi libererà» (Gv 8,31).

RITORNA A 3° MISTERO

 

Vigilare nella Chiesa

 

C'è un passo di Luca che potrebbe sembrare una maledizione, scagliata verso le persone che danno scandalo. Eppure, se tradotto più attentamente, dal greco originale, appare come un inatteso suggerimento di salvezza.

 

Disse ancora ai suoi discepoli: «Non è possibile far sì che non avvengano scandali, tuttavia guai a colui per cui avvengono.

È meglio per lui se gli viene messa al collo una pietra da mulino e viene gettato nel mare, piuttosto che possa scandalizzare uno di questi piccoli.

Vigilate tra voi!

 Lc 17,1-3

Mentre riesaminavo la traduzione, ho notato il pronome "eautòis", che, nel mio breve studio della lingua greca, avevo incontrato altre volte e che veniva tradotto: "gli uni gli altri".

Il versetto 3 significa dunque "state attenti gli uni agli altri", "vigilate tra voi".

Nella traduzione antica in latino c'è stata un svista, non corretta in seguito, per cui l'invito di Gesù, a non lasciare sola una persona che dà scandalo, è diventato un aggravio della sua solitudine.

Questo suggerimento del Cristo Re deve essere applicato in tutte le situazioni vissute dalla Chiesa, in cui qualcuno è di scandalo per i "piccoli".

"Vigilate tra voi, perché siete Chiesa: non potete lasciare solo nel suo peccato chi dà scandalo; non potete lasciarlo sprofondare nel mare con una pietra da mulino al collo".

Questa vigilanza comprende anche la condivisione continua e tempestiva di ogni idea e soluzione utile a vivere bene.

Lo scandalo è uno sconvolgimento che qualcuno produce nel cuore e nella mente di altri, con azioni o parole immorali o anche semplicemente incomprese.

Non è mai una questione soltanto personale, coinvolge in confusione almeno due persone, ma riguarda l’ambiente stesso in cui si parla e si agisce.

Se nella Chiesa si ha cura di sorreggere e richiamare chi commette peccati evidenti, non succede che qualcuno arrivi alla disperazione.

Penso ai divorzi, agli aborti, alle ingiustizie piccole e grandi che avvengono tra i credenti; all'abbandono degli strumenti concreti di salvezza che sono i Sacramenti; all'esaltazione della "parola" a scapito della salvezza storica del Cristo Re, testimone di Dio.

Chi viene richiamato alla verità e alla carità sarà grato alla Chiesa.

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Il buon Samaritano

 

Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo:

«Maestro, facendo che cosa erediterò vita eterna?».

Gesù gli disse:

«Nella Legge che cosa è scritto? In che modo lo leggi?».

Costui rispose:

«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, in tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».

E Gesù:

«Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».

Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù:

«E chi è mio prossimo?».

Gesù riprese:

«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.

Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre dall'altra parte. Invece un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, sentì compassione.

Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò quando torno su".

Chi di questi tre ti sembra sia diventato prossimo di colui che è incappato nei briganti?».

Quegli rispose:

«Quello che ha instaurato la misericordia nei suoi confronti».

Gesù gli disse:

«Va' e fai allo stesso modo tu».

Lc 10,25-37

 

Il prossimo non è già confezionato per noi. Noi diventiamo prossimo di chi incontriamo nei diversi momenti della giornata, se ci lasciamo prendere dalla "compassione" (= "dagli stessi sentimenti") per chi soffre, per chi gioisce, per chi è in qualunque situazione.

RITORNA A 3° MISTERO

 

Le parabole

 

Le parabole, esempi semplici inventati da Gesù ma molto simili alla realtà del momento in cui Egli parlava, fanno capire anche ai bambini «cose nascoste fin dalla creazione del mondo» (Mt 13,35).

Il Regno di Dio è semplicità, carità, umanità, verità, certezza, speranza... Ed è molto concreto!

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Di una sola cosa c'è necessità

 

Il Regno di Dio è «la sola cosa di cui c'è necessità» (Luca 10,42). Non si tratta di parole, ma di una realtà e l'ha fatto capire Gesù stesso:

«Voi, perciò, non cercate che cosa possiate mangiare e che cosa possiate bere, e non mettetevi in ansia: è vero che tutte le genti del mondo cercano di provvedere a queste cose, e il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Ma cercate soltanto il suo regno, e queste cose vi saranno date di conseguenza» (Luca 12,29-31).

«Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» (1 Cor 3,21-23).

E la prima cosa che Gesù ci fa chiedere al Padre per questo mondo è: «Venga il tuo Regno» (Lc 11,2; Mt 6,10).

Il Regno di Gesù, che è incominciato con il suo ministero in Palestina, si distingue in qualche modo dal Regno di Dio: è il regno in cui si vive la risurrezione (Lc 20,34-36), il Paradiso.

Gesù è il Re che ci fa respirare in qualunque situazione ci troviamo. Non è un regno di quelli di questo mondo, dà «a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio», problema insolubile per i regni di questo mondo.

Per incontrare il Re Gesù così è importante seguirlo nelle sue opere e parole, in cui ha agito come Re, fin dall'inizio della sua vita pubblica, ma soprattutto nell'ultimo anno.

Per mettere lui al centro della nostra vita, è conveniente seguirlo nei fatti, nei sentimenti di quei giorni, come sono raccontati dai Vangeli. Occorre sempre partire da Luca e Giovanni combinati.

Proprio a me si rivolge il figlio del Creatore, come a ciascun altro: «non preparatevi... vi darò sapienza... non andrà perso nemmeno un capello del vostro capo...» (Lc 21,15-18). Ha detto così, ed è certificato, come sono certificati i miracoli. È vero.

E come curare l’educazione personale? Gesù non fa questioni di egoismo o altruismo, espone la parabola del Buon Samaritano: lasciati prendere dalla compassione ... continua a svolgere i tuoi affari, il tuo compito... (Lc 10,25-37). «Come volete che le persone facciano a voi...» (Lc 6,31). «L’anima vale più del cibo e il corpo vale più del vestito... Cercate soltanto il Regno di Dio...» (Lc 12,22-59).

 

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Educare all'ombra del Regno

 

Disse loro anche una parabola:

«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?

Non c'è discepolo superiore al maestro; ma ognuno condotto a perfezione sarà come il suo maestro. Perché, dunque, vedi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non scorgi la trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora vedrai distintamente la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, togliendola.

Non c'è, infatti, albero sano che faccia frutto bacato, né d'altronde albero cadente che faccia frutto sano. Ogni albero, infatti, si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.

L'uomo buono trae il bene dal buon tesoro del cuore; il cattivo dal cattivo tesoro del cuore trae il male, infatti la sua bocca parla dalla pienezza del cuore.

Perché mi chiamate: Signore, Signore, e non fate ciò che dico?

Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che sta costruendo una casa, che ha scavato ed è andato in profondità e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era stata costruita bene.

Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande».

Lc 6,39-49

Non è la stessa cosa educare:

- con molte esortazioni,

- o approfittando dei "meccanismi della psiche", con poca considerazione per la libertà della persona,

- o, invece, prendendo luce dagli avvenimenti (parole e opere) della vita di Gesù Cristo, nei quali persone con i più diversi caratteri hanno trovato vita piena.

Questi avvenimenti con i secoli hanno perso la loro concretezza perché, secondo un misterioso disegno della Provvidenza, è rimasta "nascosta" la solidità storica dei Vangeli.

Maria, particolarmente a Fatima, ha offerto la chiave per riscoprire tali avvenimenti come fossero di oggi, così che diventino assai efficaci per educare.

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Anticipo della gloria

 

«Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte a pregare.

E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante».

(Giovanni Paolo II)

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Il fatto storico

 

Probabilmente il luogo della trasfigurazione era proprio il Tabor, perché circa otto giorni prima Gesù era a Cesarea di Filippo (Mt 16,13) e dopo questo avvenimento attraversò la Galilea e arrivò a Cafarnao (Mc 9,33). Il Tabor domina la pianura di Esdrelon, luogo di sanguinose battaglie tra i potenti della Terra.

Per comprendere in modo più semplice e concreto gli avvenimenti più grandi della storia, bisogna approfondire le circostanze storiche e geografiche.

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Il pane e il vino trasformati

 

«Mentre mangiavano prese il pane, e pronunciata la preghiera di benedizione, lo spezzò e lo diede loro dicendo:

"Prendete, questo è il mio Corpo".

Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse:

"Questo è il mio Sangue, il Sangue dell'Alleanza, versato per molti"».

(Giovanni Paolo II)

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L'Eucaristia, crocevia di molte testimonianze

 

Riflettiamo su un particolare delle apparizioni di Fatima. L'Angelo, apparendo ai bambini nell'ottobre del 1916, sorreggeva un calice; sopra il calice c'era un'ostia candida. Dall'ostia cadevano nel calice gocce di sangue.

Questo fatto, confrontato con l'Apocalisse, ci permettere di comprendere che il "sangue" è il simbolo della "testimonianza".

L'Eucaristia è il crocevia di molte testimonianze: di quella della Tradizione della Chiesa; di quella storica dei Vangeli; di quella dei cristiani al mondo... È il centro di molte certificazioni, di molti martirî, è oggetto di molti miracoli. È il vertice reale, perché certificato, delle testimonianze.

Stilla, dunque, concretezza di vita.

Il calice è, tra l'altro, un'immagine usata da Gesù stesso come simbolo della prova decisiva della sua passione e morte.

Da Fatima viene allora un suggerimento, che è come un solido fondamento: l'Eucaristia e la testimonianza sostengono nelle prove più difficili «le anime che si avvicinano a Dio».

Perciò ogni momento della celebrazione dell'Eucaristia, ogni accorgimento per renderla più solenne e bella, possono essere ispirati dalla realtà storica, geografica e sociale, nella quale il Cristo ha concretamente compiuto il miracolo di trasformare il pane nel suo corpo e il vino nel suo sangue.

Nella capitale Gerusalemme, nella situazione che c'era in quel momento, egli ha mostrato con questo segno la sua potenza e carità infinite.

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Mistero preparato dal miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci...

 

Gv 6: mistero di regalità di Gesù: Alcuni volevano farlo re, molti altri lo cercavano perché non volevano che si allontanasse da loro e desse loro pane.

Mistero di legalità: egli adempirà fino in fondo il rito della Pasqua e in esso donerà l'Eucaristia.

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Perché un sacerdote può rendere presente Cristo?

 

Sembra una domanda insignificante, dopo tante sublimi riflessioni su questo mistero. L'inno "Adoro te devote" dice che all'Eucaristia si crede «auditu solo tuto», cioè soltanto attraverso la testimonianza trasmessa a voce dalla Chiesa, ma non è fuori luogo ricordare che la testimonianza è anche chiaramente scritta.

Gesù ha compiuto realmente miracoli. In molti hanno visto e i Vangeli ne sono testimonianza storica certificata, Non lo si può certo accusare di aver detto falsità.

Nell'ultima cena ha pronunciato le sue parole che, come era avvenuto nei miracoli, avevano il potere di creare una nuova realtà.

Ha dato espressamente il potere ai suoi Apostoli di fare lo stesso «in sua memoria», ossia di ripetere sempre in futuro la consacrazione del pane e del vino. Con questo ha dato loro il potere di conferire il potere ai loro successori, fino a oggi.

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Gratitudine verso Gesù Cristo

 

L'Eucaristia significa "ringraziamento" e prende il nome dalla prima azione compiuta da Gesù sul pane: dopo averlo preso, «rese grazie» (Lc 22,19-20). Nei primi tempi della Chiesa veniva chiamata "frazione del pane". Si tratta sempre di un'azione concreta.

Come fanno gli ebrei nelle feste, Gesù rese grazie a Dio, suo Padre, per il bene donato agli uomini: la creazione, la redenzione e l'elezione del popolo ebreo...

Il significato dell'Eucaristia non è tutto nel «rendere grazie», perché ci sono anche le altre azioni di Gesù: egli ha trasformato il pane e il vino nel suo Corpo e Sangue; ha dato se stesso come cibo di vita eterna; ha ordinato di ripetere la sua azione.

Ma tutto questo è il dono nuovo di Gesù Cristo, semplice e preziosissimo, insieme alle altre sue azioni e parole. 

A Fatima l'Angelo rivolse ai tre bambini questo invito: «Prendete e bevete il corpo e il sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Fate riparazione per i loro crimini e consolate il vostro Dio».

Gli uomini sono ingrati verso Gesù soprattutto perché non ci si impegna a riscoprire la concretezza storica di ciò che raccontano i Vangeli. Allora Cristo sembra un personaggio del passato di cui si sa poco di chiaro; di conseguenza è difficile mettere in pratica le sue parole e ritrovare la consolazione che danno le sue opere. Sembra che Egli non possa strapparci dalla morte e darci vita e immortalità.

La sua sembra proprio una "fatica ingrata". Il risultato pratico è che non c'è un forte freno per chi commette crimini e non c'è un sicuro sostegno per chi fa il bene.

Si parte allora dalla preghiera, dai sacrifici e dai sacramenti, per poi raccogliere le testimonianze dei Martiri.

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Giovanni Conforti

Aggiornato il 21marzo 2008

 


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