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Giovanni Luca Matteo Marco

Introduzione o Prologo di ciascun Vangelo

In realtà il Prologo di Giovanni non è stato scritto da lui personalmente, ma dallo scriba che trascriveva man mano le testimonianze, che l'apostolo gli consegnava già scritte. Ciò ha avuto inizio dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci presso Betsaida, in aprile dell'anno 32.

La sinossi, per essere completa, deve comprendere anche i passi di questo Vangelo che, di solito, precedono o seguono quanto è riportato dai sinottici. Infatti il resoconto storico di Giovanni si combina in ordine cronologico con quello di Luca.

 

In questo Vangelo troviamo il racconto molto fresco e particolareggiato di alcuni episodi della vita pubblica di Gesù e il dettato di Gesù stesso al "discepolo che aveva caro".

L'evangelista Luca, aveva necessità di spiegare in quale modo aveva scritto il suo libro.

Lo scrisse prima dell'anno 40 (37) ma, per circa trent'anni, non lo pubblicò come Vangelo. Lo tenne con sé come documentazione, da presentare all'imperatore e al senato di Roma.

Nel suo libro ha raccolto con esattezza tutte le testimonianze possibili in ordine cronologico.

Innanzitutto ha tradotto la "relazione" di Matteo dall'ebraico in greco e l'ha copiata. Poi ha raccolto le testimonianze di Maria e dei conoscenti di Giovanni Battista. Ha usato le informazioni storiche a sua conoscenza e ha scritto ciò che egli personalmente ha visto e udito seguendo periodicamente Gesù.

 

In questo Vangelo troviamo le parole precise di Gesù e la cronaca ordinata delle sue azioni, anche se non troviamo molti nomi di persone e luoghi.

Luca è stato testimone di vari momenti della vita pubblica di Gesù. Troviamo qui la misericordia abituale di Cristo.

Il Vangelo secondo Matteo non è stato composto da un solo evangelista, ma dai "molti" che sono ricordati nel prologo di Luca.

Il loro scopo era quello di presentare al popolo di Israele e ai suoi capi la Nuova Legge del Cristo Re.

Nello stesso tempo intendevano dare ordine alla relazione, che Matteo aveva scritto durante i fatti e che perciò si presentava frammentaria. Volevano ottenere un libro adatto all'insegnamento in tutto l'impero romano.

È necessario tener presente un aspetto particolare: le differenze tra il Vangelo secondo Matteo e gli altri Vangeli si comprendono e sono accettabili se introdotte a ragion veduta, per poter pubblicare di nuovo ciò che era contenuto nella relazione.

Matteo l'aveva pubblicata già nell'anno 34 o nel 35, mentre il Vangelo greco è stato completato all'incirca nel 43.

 

In questo Vangelo troviamo la Legge Nuova del Cristo Signore (Re).

Quando ha scritto il suo Vangelo, Marco aveva a disposizione gli altri tre. Così si spiega più facilmente la sintesi che ne ha fatto.

In particolare egli inserisce qualcosa che è frutto di una riflessione maturata nei primi anni di missione degli Apostoli tra le Genti. Si tratta dell'espressione "Vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio". Il termine "vangelo" (in greco euanghèlion) indicava tra i pagani l'annuncio di un avvenimento lieto, come la nascita di un erede al trono. Marco la usa spesso, mentre molto meno Matteo ed è assente in Luca. Sarà fortemente usata da Paolo. Non era usata prima della missione ai pagani, che tuttavia è iniziata molto presto. Si ritiene che Pietro si sia recato a Roma già nell'anno 44 (41).

Marco ha pubblicato il libro intorno all'anno 47, a Roma.

 

In questo Vangelo troviamo riassunti gli altri tre, con l'aggiunta di testimonianze vive dell'apostolo Simon Pietro.

Gv 1

 

[1]In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
[2]Egli era in principio presso Dio:
[3]tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto. Ciò che è stato fatto [4]era vita in lui, e la vita era la luce degli uomini; [5]la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno ricevuta.
[6]È venuto un uomo mandato da Dio, di nome Giovanni.
[7]Egli è venuto come testimone per rendere testimonianza riguardo alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
[8]Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza riguardo alla luce: [9]stava venendo nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo!
[10]Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non l’ha riconosciuto.
[11]È venuto nella sua proprietà, ma i suoi non l’hanno accolto.
[12]A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome.
[13]I quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
[14]E il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi; e noi abbiamo visto la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
[15]Giovanni rende testimonianza riguardo a lui e ha sostenuto a gran voce: «Era lui quello di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me».
[16]Perché dalla sua pienezza noi tutti abbiamo anche ricevuto grazia su grazia: [17]infatti la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.
[18]Nessuno ha mai visto Dio: un Dio (Figlio) unigenito, colui che è fin nel seno del Padre, lui lo ha mostrato.

Lc 1

 

1 Poiché molti hanno appunto incominciato a strutturare un racconto ufficiale riguardante gli avvenimenti che si sono conclusi tra noi, 2 come ci hanno concesso coloro che dall’inizio (ne) sono stati testimoni diretti e incaricati della relazione, 3 anch’io, dopo aver acquisito ogni cosa da cima (a fondo) con esattezza, ho deciso di scrivere ordinatamente a te, eccellentissimo Teòfilo, 4 perché tu veda la documentazione concernente le relazioni che hai ricevuto a voce.

Mt 1

 

1 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Mc 1

 

1 Ricapitolazione del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.

Giovanni Battista

Eppure proprio il giovanissimo Giovanni, insieme al coetaneo Andrea, pot

L'evangelista Giovanni parla del Battista nel Prologo (vedi sopra) e, in seguito, dopo i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto.

eva aver saputo dal Battista che Gesù si era ritirato nel deserto ed era stato tentato dal diavolo (Gv 1,34). Probabilmente fu lo stesso Giovanni Battista a "dirigere nello spirito" Gesù nel deserto (Lc 4,1-13).

Luca, nel versetto 3,1 colloca gli avvenimenti nella situazione storica, perché l'imperatore Tiberio, destinatario della sua relazione, possa constatarne immadiatamente l'attendibilità.

Il suo racconto appare come un resoconto di cronaca, con uno stile ufficiale, non è in vista dell'insegnamento nelle comunità cristiane o nelle sinagoghe di cristiani ebrei.

Il passo di Isaia è da lui riportato come era scritto nel testo del primo libro di Matteo. E questi lo aveva inserito perché, in quel tempo, molti ebrei e specialmente la comunità essena erano convinti che quanto annunziato da Isaia dovesse precedere l’avvento del Messia.

I versetti 10-18 riferiscono ciò che anche Luca ha potuto udire, recandosi al Giordano da Gerusalemme, dove risiedeva e lavorava come medico del Tempio.

 

In Matteo si nota subito un'aggiunta rispetto agli altri Vangeli.

Il Battista predicava: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

Spesso il Vangelo di Matteo insiste sul Regno dei Cieli, ma ha cura di dire che anche il Battista l'aveva annunciato. Ciò non è storicamente esatto; solo il Re poteva sapere del Regno e annunciarlo.

Se crediamo a Luca, che afferma di aver acquisito "ogni cosa con esattezza", questo annuncio attribuito a Giovanni Battista deve essere stato aggiunto successivamente.

Altra aggiunta è il modo in cui Giovanni vestiva e che cosa mangiava. Non si trova in Luca, pur essendo importante; gli scribi di Matteo hanno potuto riportare la notizia, perché avevano visto Giovanni Battista e possedevano numerose informazioni su di lui.

Lc 3,7 e Mt 3,7: per Luca il monito del Battista è indirizzato alle folle mentre per Matteo è indirizzato ai farisei e i Sadducei. Ciò che ha trascritto Luca era stato annotato da Matteo all'inizio dei fatti, quando si poteva vedere Gesù parlare alla folla e non si poteva prevedere la condanna alla croce per iniziativa di alcuni farisei e sadducei. Inoltre i Vangelo secondo Matteo si rivolge con autorevolezza e franchezza ai capi, farisei e sadducei.

Questo Vangelo è indirizzato, come insegnamento ben strutturato e come Nuova Legge del Cristo Re, al popolo ebreo e ai suoi capi. Ciò avvenne nel periodo in cui la Chiesa era in pace in tutta la Palestina (At 9,31).

Vari elementi ci mostrano che Marco ha scritto dopo Giovanni, Luca e Matteo.

a) Anche Marco aggiunge l'annotazione sul modo di vestire e di mangiare di Giovanni. Gli è stato possibile perché era scritto nel Vangelo secondo Matteo, già pubblicato nell'impero romano. Se non era scritto in Luca, tuttavia Marco sapeva che gli scribi di Matteo avevano riportato un'informazione vera e importante.

b) Marco sintetizza ciò che è scritto in Luca, Matteo e Giovanni (Gv 1,27-27.30.32-33). Ma aggiunge qualcosa di suo, la profezia di Malachia 3,1, "spacciandola" per Isaia:i destinatari non erano proprio degli esperti delle scritture. Potevano ben essere i nobili e i cavalieri di Roma, come ha rilevato Marta Sordi.

 

  Lc 3 Mt 3 Mc 1
 

1 Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, 2 sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.

3 Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4 com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i
suoi sentieri!
5 Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.
6 Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente? Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre.Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco».
10
 Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11 Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». 12 Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». 13 Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14 Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe». 15Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16 Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17 Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile».
18
 Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.

1 In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, 2 dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

3 Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri
!
Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. 5 Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; 6 e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.
Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? 8 Fate dunque frutti degni di conversione, 9 e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. 10 Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. 12 Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile».

2 Come è scritto nel profeta Isaia:

Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,

egli ti preparerà la strada.

3 Voce di uno che grida nel deserto:

preparate la strada del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri,

4 si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

5 Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico 7 e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».

Anche Gesù venne al Giordano a farsi battezzare da Giovanni, quindi venne diretto spiritualmente nel deserto per quaranta giorni e fu tentato dal diavolo.

Dopo il ritorno dal deserto...

Gv 1

 

[19]E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli hanno inviato da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Chi sei tu?».

[20]Egli ha confessato e non ha negato, e ha confessato: «Io non sono il Cristo» [21]Allora gli hanno chiesto: «Che cosa dunque? Sei Elia?». Ha risposto: «Non lo sono». «Sei tu il profeta?». Ha risposto: «No».

[22]Gli hanno dunque chiesto: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?».

[23]Ha risposto: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia».

[24]E c’erano degli inviati dei farisei.

[25]L’hanno interrogato e gli hanno detto: «Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?».

[26]Giovanni ha risposto loro: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete, [27]che viene dopo di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo».

     

Il rifiuto di Nazareth

Di questo episodio, Giovanni si limita a un breve commento.

Luca premette che Gesù aveva già iniziato a predicare in Galilea e che la sua fama aveva iniziato a prender corpo. Molti già ammiravano i suoi insegnamenti e le sue opere.

Luca presente qui proprio la testimonianza di uno che ha assistito a quell’evento, così che pare anche a noi di essere presenti in quella sinagoga. La descrizione del fatto è come in un pezzo di cronaca-reportage.

Probabilmene l'ha raccontato a Luca la madre di Gesù, insieme ai suoi parenti che erano nella sinagoga di Nazareth quel giorno. E ciò giustifica gli abbondanti semitismi (più degli altri Vangeli) del testo di Luca come rilevato con stupore dal Carmignac.

C'è chi afferma che Gesù, all'inizio della sua vita pubblica, non aveva ancora compiuto a Cafarnao i prodigi che i suoi concittadini gli riconoscono. Però si deve fare attenzione al testo greco del versetto 23 e alla traduzione più precisa: «...Quanto abbiamo udito che accadde fino a ("èis", in greco) Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». Giovanni infatti scrive che Gesù aveva già compiuto due miracoli a Cana, ma con il secondo aveva guarito il figlio di un funzionario del re, che si trovava malato appunto a Cafarnao.

Il fatto è riportato anche dal Vangelo secondo Matteo, che per primo lo sposta parecchio avanti nella successione degli avvenimenti.

Abbiamo già visto che non c'è alcun problema ad ammettere che Luca abbia situato l'episodio nel momento storico giusto.

I "molti" di Matteo non si limitano a riprendere il racconto, ma lo sintetizza e vi aggiugono altre notizie. Elencano i "fratelli" di Gesù, che non sono figli di Maria e Giuseppe. Giacomo e Giuseppe erano figli di Alfeo e di un'altra Maria parente della madre di Gesù, mentre probabilmente Giuda e Simone erano figli di un'altra Maria ancora e di Cleofa, fratello di Giuseppe, il padre putativo di Gesù.

Inoltre ci viene detto che Gesù è "il figlio del carpentiere" (Giuseppe), usando il verbo al presente, "è", perché è sottinteso che Giuseppe è ancora vivo. Sempre, quando i Vangeli parlano di Giuseppe, usano il verbo al presente.

L’episodio del rifiuto di Nazaret viene narrato da Marco molto tempo dopo che l’attività pubblica di Gesù è iniziata.
Marco, prendendo da Matteo, ha prima voluto mostrare un progressivo crescere dell'ostilità degli scribi e dei farisei, poi dei parenti e infine degli stessi discepoli,verso qust'uomo che da molti, nel popolo ebreo, veniva considerato il Cristo, o Messia.

Questo evangelista completa di varie notizie il quadro storico, cercando di rispondere agli interrogativi che possono sorgere leggendo gli altri tre Vangeli. Ha potuto fare ciò perché ha scritto dopo gli altri.

Ad esempio, anche Gesù è "il carpentiere", che ha lavorato fino a poco tempo fa con Giuseppe.

Giovanni 4

 

[44]A dire il vero, Gesù stesso ha dato la prova che un profeta non ottiene riconoscimento nella sua patria.

[45]Sta di fatto che, quando è giunto in Galilea, i Galilei lo hanno accolto con gioia, perché hanno visto tutto quello che ha fatto a Gerusalemme durante la festa; anch’essi infatti sono andati alla festa.

[46]Si è recato dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao.

[47]Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si è recato da lui e l’ha pregato di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire.

[48]Gesù gli ha detto: «Se non vedete segni e prodigi, non (c’è verso) che crediate».

[49]Ma il funzionario del re gli dice: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia».

[50]Gesù gli risponde: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo ha creduto alla parola che gli ha detto Gesù e si è messo in cammino.

[51]Proprio mentre scendeva, gli sono venuti incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!».

[52]Si è poi informato a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli hanno detto: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato».

[53]Il padre ha riconosciuto che proprio in quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e ha creduto lui con tutta la sua famiglia.

[54]Gesù ha fatto questo secondo miracolo tornando dalla Giudea in Galilea.

     
 

Luca 4

14 Gesù, nella potenza dello Spirito Santo, ritornò in Galilea e la fama di lui si diffuse tutt'intorno nella regione. 15 Egli insegnava nelle loro sinagoghe ed era stimato da tutti.
16 Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; e il giorno di sabato entrò, secondo il suo solito, nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
18 Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione per annunziare ai poveri un lieto messaggio, mi ha mandato a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi,
19 e predicare un anno di grazia del Signore.
20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’incaricato e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga erano rivolti a lui. 21 Cominciò dunque a dire loro: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che avete udito con i vostri orecchi». 22 Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle espressioni della grazia (di Dio) che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è figlio di Giuseppe costui?». 23 Egli disse loro: «Sicuramente mi esporrete questo paragone: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che è accaduto fino a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!». 24 Aggiunse però: «In verità, vi dico che nessun profeta è riconosciuto nella sua patria. 25 In verità, vi dico pertanto: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi così che ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26 ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27 C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
28 All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29 si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fino a un poggio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

Matteo 13

53 Terminate queste parabole, Gesù partì di là 54 e venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? 55 Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56 E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?». 57 E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». 58 E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.

Marco 6

1 Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. 2 Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? 3 Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui. 4 Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5 E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. 6 E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

I discepoli si scandalizzeranno: la predizione di Gesù prima della passione

Ancora una volta intendiamo provare che i Vangeli di Luca e Giovanni riportano una narrazione precedente rispetto a quella dei Vangeli di Matteo e Marco.

Se confrontiamo i passi paralleli, notiamo che, in tutti quattro i Vangeli, Gesù predice ai discepoli che si scandalizzeranno, si disperderanno e lo lasceranno solo. Avverrà in quella stessa notte, per la debolezza della loro fede.

In particolare, Pietro lo rinnegherà tre volte prima che il gallo canti.

Ma predice anche che, dopo un certo periodo di tempo, si convertiranno e ritorneranno nuovamente a Lui.

Il fatto storico è pertanto riportato in modo sostanzialmente identico in tutti e quattro i Vangeli.

Secondo Giovanni, Gesù rivolge questa parole ai discepoli durante l'ultima cena. Fanno parte di un ultimo grande discorso, quasi un testamento, che Gesù fece ai suoi discepoli dopo averli istruiti già molte volte durante la Sua vita pubblica.

Giovanni ha scritto ciò che gli stava dettando Gesù, in greco. Una parte del dettato avvenne nella sala della cena, poi scesero nella sinagoga al piano di sotto. Giovanni non sapeva come si sarebbero svolti gli avvenimenti nei tre giorni seguenti e perciò non immaginava ancora la risurrezione del Maestro.

Gesù sarebbe andato dove i discepoli non potevano seguirlo, in quanto soltanto lui poteva compiere tutti i passaggi della morte e risurrezione per la nostra redenzione.

Ma poi l'avrebbero rivisto e si sarebbero rallegrati e sentiti sicuri del loro Maestro, sarebbero stati confermati nella fede in lui.

Giovanni, crivendo immediatamente, non presenta riflessioni teologiche né intenti catechetici.

Anche secondo Luca, il discorso è pronunciato da Gesù durante l'ultima cena.

Le parole storiche di Gesù, rivolte a Pietro, preannunciano un disorientamento dei fratelli e affidano a lui il compito di riconfermarli. Questo in realtà avvenne il giorno della risurrezione, che vide i discepoli dispersi in Gerusalemme al mattino e raccolti da Pietro nel Cenacolo la sera.

Nemmeno Luca, riportando il racconto del primo Matteo scritto durante gli avvenimenti, ha riflessioni teologiche.

Secondo i "molti" scribi, testimoni e collaboratori, che hanno redatto il Vangelo secondo Matteo, Gesù fa questo discorso durante il tragitto verso il Getsemani.

Perché si prendono questa libertà di non osservare strettamente la realtà storica dell’episodio?

Nel loro animo, sia per la loro competenza in materia religiosa, sia perché si trovano a scrivere quasi 10 anni dopo i fatti descritti, sono iniziate a maturare delle riflessioni teologiche riguardanti i fatti e le parole di Gesù.

Così ricordano la profezia di Zaccaria 13,7, come predizione e sintesi della passione, morte e risurrezione di Gesù.

Dopo l’ultima cena  inizia  la grande notte dell’umanità, in cui il principe del Male sferra il suo grande attacco alla vita, a Dio, al suo Piano di Redenzione.

Tutti si disperdono di fronte al peso di questo attacco, umanamente è impossibile resistervi.

Gesù si trova a combattere da solo e sulle sue spalle inizia a essere caricato il peso del peccato di tutta l’umanità. la volontà del Padre)  e questa fede lo porterà alla vittoria finale.

Obbedendo alla volontà del Padre, rimane saldo in lui e salva l'umanità.

Dopo la risurrezione, che per chi ha scritto questo Vangelo era ormai un fatto storico, anche i discepoli vengono riuniti da Gesù in Galilea.

E evidente a nostro avviso un ritocco per motivi teologici e dottrinali fatto da Matteo e Marco.

Marco scrive quando il Vangelo secondo Matteo, quello che ci è arrivato, è già stato pubblicato. Copiando dall'opera dei "molti", a cui egli stesso apparteneva, mantiene le stesse caratteristiche del discorso di Gesù.

(durante la cena)

Giovanni 16,1

 

«Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi».

 

Giovanni 16,32

 

«Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me».

 

Giovanni 13,33

 

«Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire».

 

Giovanni 13,36-38

 

36 Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». 37 Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». 38 Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

(durante la cena)

Luca 22,31-34

 

31 «Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; 32 ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli». 33 E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte». 34 Gli rispose: «Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi».

   

(dopo la cena)

Giovanni 18,1

 

Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.

(dopo la cena)

Luca 22,39

 

Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.

(dopo la cena)

Matteo 26,30-35

 

30 E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

31 Allora Gesù disse loro: «Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore

e saranno disperse le pecore del gregge,

32 ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». 33 E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai». 34 Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». 35 E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.

(dopo la cena)

Marco 14,26-31

 

26 E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 27 Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto:

Percuoterò il pastore

e le pecore saranno disperse.

28 Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». 29 Allora Pietro gli disse: «Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò». 30 Gesù gli disse: «In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte». 31 Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.

Cena di Betania – Ultima Cena – Parasceve - Pasqua

       
       

 

Giorgio Rigoni

con la collaborazione di Giovanni Conforti

Aggiornato il 12 marzo 2011


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