A FATIMA, VISIONE SIMBOLICA
Osservazioni o domande?
La terza parte del segreto di Fatima, rivelato in parte il 13 maggio 2000 dal card. Sodano, reso pubblico il 26 giugno 2000.
«J.M.J. La terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima.
Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre.
Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora, un poco più in alto, un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo, ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della croce c’erano due Angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.
Tuy- 3-1-1944».
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Un segreto tutto da fare
Innanzitutto è un segreto, non nel senso che debba rimanere sempre nascosto. Di solito un segreto è destinato a un momento importante e a qualcuno che ne deve usufruire.
Non è possibile che Dio ci abbia inviato nel 1916-17 un Angelo e la Madonna, solo per annunciare avvenimenti tragici. Questo lo sanno ben fare gli uomini da soli. Se Dio ha ritenuto necessario che personaggi così importanti intervenissero nel mondo, noi dobbiamo pensare che i loro messaggi siano fondamentali per la Chiesa e per il mondo intero.
Nella visione non c'è alcuna immagine veramente realistica, per cui si deve ritenere che si tratti di immagini simboliche. Per coglierne il sifnificato concreto occorre effettuare dei confronti. Sembra che indichi, attraverso vari simboli, che cosa si deve fare al momento opportuno.
Verso la fine di luglio del 1916 l'Angelo disse ai tre veggenti: «Cosa fate? Pregate! Pregate molto! I cuori santissimi di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia: offrite costantemente all'Altissimo orazioni e sacrifici». Siccome questi disegni non sono ancora stati conosciuti né realizzati, è ragionevole pensare che siano contenuti nel "terzo segreto". Ma, nello stesso tempo, il segreto dovrebbe indicare che cosa dobbiamo fare perché si realizzino.
"Benedetto XVI, durante un improvviso pellegrinaggio a Fatima, il 13 maggio 2010, affermò: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa»". I santissimi cuori di Gesù e di Maria devono ancora realizzare gli aspetti più importanti del messaggio, del segreto e del miracolo di Fatima.
Un Angelo
Lucia ha messo per iscritto tutti i particolari e nessun particolare può essere considerato inssignificante. Esaminiamo soltanto gli aspetti salienti.
All'inizio della visione entrano in gioco "sinistra" e "destra". Per cercare di capire ricordiamo l'apparizione della Madonna a La Salette. Sul petto della Signora c'era una croce a cui erano appesi un paio di tenaglie, alla sua destra, e un martello, alla sua sinistra.
Il martello serve a battere i chiodi che inchiodano Gesù Cristo alla Croce; le tenaglie servono a togliere i chiodi.
L'Angelo presenta la realtà del mondo: chi è contro Cristo e chi è con lui.
Tiene nella mano sinistra una spada di fuoco, che ricorda Genesi 3,24: "Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita".
La Signora intende effondere la luce della sua mano destra sulle realtà e sulle persone che tengono lontano il mondo dall'Albero della Vita.
L'Angelo richiede fortemente alle persone e alle realtà che sono con Cristo una triplice conversione.
In che cosa consisterà questa conversione?
Lo schermo
Ecco allora che i tre pastorelli vedono "come in uno specchio...", che sembra uno schermo televisivo. In che cosa consisterà la conversione al tempo degli "schermi"?
La Chiesa deve "salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia". Questa Croce, di legno ancora verde e vivo, è l'Albero della Vita.
Nel salire il pendio della montagna, a metà, la Chiesa incontra una città. È una cosa insolita, non ci sono città a mezzo monte. Però gli archeologi ebrei, nel 1968, agli inizi del tempo degli schermi, hanno scoperto le rovine di Gamla, una città che emerge dal pendio che sale all'altopiano del Golan. Una scoperta che interessa il Vangelo di Giovanni. Si può cogliere in questa scoperta ciò che la Provvidenza mette a disposizione oggi.
Il "gruppo di soldati" può ben rappresentare un gruppo di "soldati di Gesù Cristo", come il Catechismo di S. Pio X definisce i cristiani cresimati. Questo gruppo deve studiare gli elementi che la Provvidenza ha preparato per riscoprire, nel nostro tempo in cui usiamo le armi da fuoco, quanto siano valide le testimonianze rese a Gesù Cristo quando si usavano le frecce. Così può presentarle in modo molto convincente al Papa perché diventi Martire, cioè Testimone, e dopo di lui lo diventino molte persone di Chiesa e numerose altre. Testimoni al modo dei primi evangelizzatori.
Gli evangelizzatori di oggi possono irrigare, con le testimonianze vive, le anime che si avvicinano a Dio sotto i due bracci della Croce, sia le anime "del martello", sia le anime "delle tenaglie".
NUMERI
Secondo le Scritture, il 13 del mese ha un'importanza particolare.
Ester 9,1: «Il decimosecondo mese, cioè il mese di Adàr, il tredici del mese, quando l'ordine del re e il suo decreto dovevano essere eseguiti, il giorno in cui i nemici dei Giudei speravano di averli in loro potere, avvenne invece tutto il contrario; poiché i Giudei ebbero in mano i loro nemici».
Ester salva il popolo ebreo il 13 dell'ultimo mese del calendario ebraico.
Il 13 di nisan, secondo i Giudei ma non secondo Gesù, fu il "giovedì" santo, in cui Signore fece preparare per la sua Pasqua. Dal nostro punto di vista, era il 2 aprile dell'anno 33 d.C.
Papa Giovanni Paolo II è morto il 2 aprile 2005, esattamente nel giorno anniversario dell'Ultima Cena, alle ore 21,37, nell'ora in cui probabilmente Gesù stava dettando il suo testamento sacerdotale a Giovanni evangelista.
Il 13 ottobre, sicuramente, rinvia a Nerone che divenne imperatore il 13 ottobre del 57 (54). Nerone diede inizio alle persecuzioni contro i Cristiani: Teofilo dovette ritirarsi, ci fu la prima rivolta giudaica; Gamla cadde e i suoi abitanti non poterono continuare la loro testimonianza, che rimase così come morta (cadaveri), ma rimane (anime). A causa di ciò l'Apocalisse apparve non più adeguata e se ne cambiò l'interpretazione.
Ma il 13 ottobre del 1307 si può considerare la fine materiale del "regno di mille anni", profetizzato da Gesù e iniziato con l'Editto di Costantino del 313. Il re di Francia, Filippo il Bello, nel 1302 aveva umiliato l'autorità del Papa sul potere politico con la Schiaffo di Anagni. All'alba del 13 ottobre 1307 fece arrestare i Templari inviando contemporaneamente pattuglie di soldati in tutte le loro sedi. Come pretesto si servì di accuse infamanti, che in seguito furono ricusate segretamente dal Papa. Con questo atto vennero tolti alla chiesa i mezzi materiali per esercitare efficacemente la sua carità. Ne seguirono durante i secoli leggende di ogni tipo, infamanti per i Templari e per la Chiesa intera.
Il 13 maggio si riferisce sicuramente all'attentato al Papa nel 1981.
C'entra il pontificato di Giovanni Paolo II, c'entra l'Islam, c'entra Nerone, c'entra il segreto.
I tempi sono maturi. La Madonna, inviata da Dio, sta ricongiungendo ciò che l'Apocalisse univa, ma fu diviso a opera di Nerone, per volontà della Provvidenza divina, perché fossero «pienamente realizzate opportunità per le genti» (Lc 21,24).
Il 13 maggio, inaspettatamente, ricorda anche un tentativo della Chiesa di inseguire il mondo. Alcuni secoli fa la festa di Tutti i Santi era appunto il 13 maggio, poi la Chiesa la spostò al 1 novembre per limitare l'aspetto pagano di Halloween. Che Maria sia apparsa a Fatima il 13 maggio assume anche il valore di monito: la Chiesa non deve contrastare il mondo con iniziative soltanto umane, deve «convincere il mondo con la sua testimonianza» (Ap 12,11) su Gesù storico, come facevano i primi cristiani.
Ma il simbolismo del numero 13 non si esaurisce qui. Gli antichi Romani dicevano: «Ciascuno è artefice della sua stessa fortuna». Il 13 è notoriamente il numero "fortunato". I Cuori di Gesù e di Maria incoraggiano i credenti, e quanti altri li ascoltano, a essere artefici totalmente della loro "fortuna", quella di vivere vita eterna in questo mondo e poi nel Paradiso, perché il mondo veda la salvezza di ogni realtà, anche di quelle ormai perdute (Lc 19,10).
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Giovanni Conforti
Aggiornato il 13 marzo 2020
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