In nome di Maria

Con il Papa

Solidità della Dottrina e della Tradizione

I testimoni delle origini

 

 

 

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PRESENTAZIONE SINTETICA DEL SITO

 

 

Apparizioni in Portogallo

 

madonna di Fatima13 ottobre 1917, a Fatima, frazione del comune di Uorèm in Portogallo.

Alla Cova da Iria, poco dopo mezzogiorno, più di 70.000 persone assistono al miracolo del sole.

Ogni fatto storico è accaduto in un tempo e in un luogo precisi.

Quando si tratta di avvenimenti che possono valere per la vita di tutti, è indispensabile tenere sempre più saldamente i piedi per terra.

Nello stesso tempo occorre il linguaggio più semplice possibile. Gesù disse: «Lasciate che i bambini vengano a me e non tratteneteli, infatti di quelli come loro è il regno di Dio» (Lc 18,16). Chi è in grado di studiare i fatti lo deve fare con accuratezza, ma deve poi far risplendere i fatti nel modo più semplice.

Per quanto riguarda quello che ha detto e ha fatto Gesù Cristo, sono fatti storici, testimoniati dai Vangeli, e noi dobbiamo solo conoscerli così come sono avvenuti. Ricostruire i fatti, comprendendo correttamente le testimonianze dei Vangeli, è doveroso e non costituisce un merito nostro.

È l'ultima volta che la Madonna del Rosario appare a tre piccoli pastori: Lucia, Francesco e Giancinta. La Signora, di circa 15-18 anni, è apparsa loro altre cinque volte, a partire dal 13 maggio.

 

Disegni dei cuori santissimi di Gesù e di Maria

 

Nella primavera dell'anno precedente, un angelo aveva detto ai tre pastorelli: «I cuori santissimi di Gesù e Maria hanno su di voi disegni di misericordia». Quali disegni potevano essere?

Esaminiamo i fatti e i messaggi nel modo più pratico.

Il 13 luglio 1017 la Madonna aveva affidato loro un segreto in tre parti.

La terza parte, rivelata nel 2000, era una visione le cui immagini si rifanno alla Bibbia, dalla Genesi all'Apocalisse.

Queste immagini potrebbero essere rese più comprensibili da scoperte archeologiche effettuate recentemente in Palestina, quali l'identificazione di Gamla, una città-fortezza a metà del pendio che sale all'altopiano del Golan.

Al centro della visione c'è la grande Croce di legno grezzo. Il Papa e tutta la Chiesa sono resi Martiri, cioè testimoni della Croce, con "colpi di arma da fuoco e frecce". Viene da pensare che nella visione sia contenuta una promessa per la Chiesa: quella di una rinnovata testimonianza.

"Colpi di arma da fuoco" possono ben essere le indicazioni che il "fuoco" dello Spirito Santo ha ispirato al Concilio Ecumenico Vaticano II. Si tratta spesso di indicazioni assai difficili da realizzare nell'ambito dottrinale tradizionale, ispirato principalmente al Vangelo di Matteo. Ma sono adeguate al nostro tempo, in cui le armi da fuoco e le rivendicazioni arroganti sono assai diffuse.

"Frecce", invece, possono essere le testimonianze offerte dalle parole storiche di Gesù, come le troviamo innanzitutto nei Vangeli di Luca e di Giovanni. Queste testimonianze, se riflettiamo, sono state trascurate nei secoli e considerate troppo misericordiose. Ma garantiscono il supporto dottrinale alle indicazioni del Concilio.

Infatti, alla conclusione della visione, c'è un'immagine di grande misericordia. Due angeli irrigano le "anime che si avvicinano a Dio" con il sangue dei Martiri, ossia con le testimonianze vive di tutti i Martiri (testimoni).

Non "proselitismo" ma testimonianze solide, rivolte a chiunque le accoglie.

"Le anime che si avvicinavano a Dio" sembrano essere i tradizionali "uomini di buona volontà". Si avvicinano a Dio liberamente, dopo aver conosciuto qualcosa di lui. Allora le testimonianze le possono irrigare. Rendiamoci conto che, se ci fossero realmente "uomini di buona volontà", sarebbe stato alquanto superfluo che Dio inviasse nel mondo il suo unico Figlio.

 

Testimonianze storiche

 

Il segreto è, in definitiva, un invito a raccogliere le testimonianze dei Vangeli e dei martiri, a beneficio della Chiesa e di tutte le anime che si avvicinano a Dio.

Il problema, oggi, è che non si approfondiscono le testimonianze dirette. Quello che conta è Gesù Cristo, come ci è fatto conoscere dai Vangeli, e non le nostre parole.

Riflettiamo: come possiamo immaginare che il Figlio di Dio non sia stato in grado di lasciare testimonianze sicure della sua vita e della sua opera? Siamo certi di aver letto attentamente i quattro Vangeli e, in particolare, siamo certi che siano stati tradotti fedelmente dal greco?

Anche i quattro Vangeli sono avvenimenti storici: sono stati scritti e pubblicati in tempi e luogni precisi. Non è possibile che continuino a essere considerati un enigma insolubile. Così come non possiamo ritenere che gli evangelisti siano stati meno fedeli ai fatti storici di un qualsiasi scrittore di quel tempo.

Dei Verbum 19: La santa madre Chiesa ha ritenuto e ritiene con fermezza e con la più grande costanza che i quattro suindicati Vangeli, di cui afferma senza esitazione la storicità, trasmettono fedelmente quanto Gesù Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli uomini, effettivamente operò e insegnò per la loro eterna salvezza, fino al giorno in cui fu assunto in cielo.

Così cogliamo il suggerimento di ricordare nel modo più efficace quelle testimonianze, a partire dal distinguere ciò che nei quattro Vangeli è testimonianza storica certificata da ciò che è autorevole rielaborazione dei testimoni. Infatti Gesù Cristo aveva presente ciascuno di noi, ciascuna persona di tutti i tempi, in ogni parola che ha veramente detto e in ogni gesto che ha storicamente compiuto; e, d'altra parte, i Sacramenti ripresentano le sue parole e azioni per produrre gli effetti che egli voleva per ciascuno di noi.

Dall'esame di quanto è scritto nei quattro Vangeli e anche in altri libri del Nuovo Testamento,

dopo aver rivisto alcune traduzioni dal greco, per renderci conto che gli errori ci hanno nascosto e conservato aspetti sorprendenti,

dopo aver controllato la cronologia del tempo di Gesù,

emerge che:

— Gli evangelisti Luca e Giovanni dichiarano di aver scritto con precisione i fatti della vita di Gesù (Lc 1,1-4; Gv 21,24) e noi dobbiamo innanzitutto rispettare questo loro intento.

Luca e Giovanni raccontano momenti diversi della vita di Gesù Cristo;

— perciò, combinando i due Vangeli nell'ordine cronologico, otteniamo un racconto storico molto più dettagliato di quanto ci si aspetterebbe sommando le informazioni;

— i "molti" scribi di Matteo rielaborano in cinque grandi discorsi i fatti e le parole di Gesù (Mt 13,51: «Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche»), creando un ponte tra l'Antico e il Nuovo Testamento; questo Vangelo risponde alla domanda: che cosa dobbiamo fare per realizzare le promesse di Gesù? Le risposte si inseriscono sulla legge dell'Antico Testamento e la completano;

— Marco sintetizza e completa il racconto laddove sembrava esserci qualche oscurità;

— non dimentichiamo, tra i testimoni, S. Paolo;

— e che dire della testimonianza della Sindone, cioè del lino che avvolse il corpo di Gesù deposto dalla croce, conservata a Torino e considerata autentica dagli studiosi, con un milione di probabilità contro una?

Fondamentale è il TESORO di testimonianze scritte.

I Martiri testimoniano le parole e opere storiche del Figlio di Dio. Testimoniano i Misteri che meditiamo nel Rosario, fatti storici soprannaturali.

I cristiani credono che questi fatti, veri e storici, sono soprannaturali. Dai fatti ricevono vita, carità, benevolenza, da condividere con il prossimo.

 

Potenza del Rosario

 

La Madonna ha ripetuto due volte in modo simile la raccomandazione di «dire la Corona tutti i giorni alla Madonna del Rosario per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra; perché soltanto lei vi potrà soccorrere».

Prima la pace nel mondo e poi la fine della guerra. Quando mai si è avuta pace prima che finisse la guerra?

Si può allora pensare che la pace sia quella donata da Gesù Cristo, non come la dà il mondo (Gv 14,27) e che la fine della guerra sia il periodo di pace promesso dalla Madonna.

Il Rosario si presta a essere una preghiera pubblica in cui ricordiamo i fatti testimoniati dai quattro Vangeli, con tutto quello che ne consegue. I fatti, presentati in tutta la loro concretezza storica, suscitano stupore e ispirano pace di fronte alle meraviglie compiute da Dio in Gesù e in Maria, in chiunque si soffermi a pensarci.

Per questa concretezza, che collega la vita quotidiana alla realtà soprannaturale, in mezzo alla grande confusione che noi stessi alimentiamo con la nostra fantasia, «soltanto lei vi potrà soccorrere».

 

Mettere in pratica

 

Ora, ricordiamo che Gesù stesso esorta alla pratica; non a dire "Signore, Signore" (Lc 6,46) ma a fare quello che dice. Per questo, tenendo presenti le testimonianze storiche certificate, è urgente studiare e impegnarsi nel mettere il tutto alla prova dei fatti.

Gesù Cristo ci dà sicurezza riguardo a tutto ciò che per noi esseri umani è imponderabile e incontrollabile. Di riscontro, noi possiamo fare i "miracoli della scienza", mettendo in pratica le sue parole e le sue opere.

«In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre» (Gv 14,12).

Le testimonianze dei Vangeli di Luca e Giovanni sono limpide. Dobbiamo però essere attenti a come ascoltiamo le parole di Cristo, perché «chi ha, a lui sarà dato; chi non ha, a lui sarà tolto anche ciò che crede di avere» (Lc 8,18). Può infatti accadere che, ascoltando le sue parole, invece di trovare orizzonti infiniti di vita, troviamo l'oppressione di precetti impegnativi, pesanti, impossibili.

Inoltre "una rinnovata comprensione della verità cristiana" (Giovanni Paolo II) può riavvicinare le diverse confessioni cristiane a Gesù Cristo storico e, quindi, le può riavvicinare tra loro.

Gesù Cristo sapeva bene che sarebbe venuto un tempo come il nostro. Ha dunque provveduto a nascondere parte della sua opera per 2000 anni e lasciarla per il nostro tempo.

 

La Madonna del Rosario

 

Il ruolo della Madre di Gesù durante la vita pubblica del suo Figlio non è stato né umile né riservato.

Il motivo per cui gli evangelisti parlano poco di Maria è che hanno scritto quando anche lei seguiva Gesù o, comunque, era ancora viva. Non sarebbe stata contenta di attirare l'attenzione su di sé, invece che sul Figlio. Se teniamo presente questo, la vediamo sempre all'opera nella vita pubblica del Cristo Re. Non era silenziosa: interveniva puntualmente, era molto intraprendente. Ha vissuto in prima persona tutti i Misteri del Rosario.

Quanto poi alla frase "Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19) si devono rilevare alcune forzature nella traduzione dal greco. Si è trasformata la testimonianza precisa di Luca in un atteggiamento intimistico della Madonna. In realtà suona così: "Maria, da parte sua, conservava tutte queste parole che raccoglieva nel suo cuore” e si tratta delle parole che lei ha dettato a Luca, una per una, proprio in greco come Luca le ha scritte. Era un racconto di tipo sacerdotale, da conservare a memoria e da riferire oralmente. Scopriamo così, ancora una volta, che Maria ha parlato molto di sé stessa e quello che ha detto si trova nei primi due capitoli del Vangelo secondo Luca.

 

Eucaristia

 

L'Angelo, nell'apparizione ai tre bambini di Fatima in ottobre del 1916, offrendo l'Ostia a Lucia e il calice a Francesco e Giacinta, disse:

— Prendete e bevete il corpo e il sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Fate riparazione per i loro crimini e consolate il vostro Dio.

L'ingratitudine è forse quella di aver trascurato molte delle parole con cui Gesù ha promesso il Pane di vita (Gv 6)?

Oppure sono ingrate le persone che riconoscono i preziosi "valori cristiani" ma li nascondono in dottrine anticristiane?

Poiché i Vangeli di Luca e di Giovanni sono testimonianze storiche certificate, possiamo dire che l'Eucaristia è semplicemente un fatto, secondo lo stile di Gesù.

Il Vangelo di Luca, avvalorato da Matteo e Marco, testimonia che Gesù ha compiuto il miracolo dell'Eucaristia, come in precedenza aveva compiuto numerosi altri miracoli.

Nel Vangelo di Giovanni 6,22-71, Gesù spiega il significato dell'Eucaristia.

Quel Pane non è solo un pane da gustare nel silenzio, ma pane per la vita del mondo, accessibile particolarmente a chi si sente peccatore. La "Chiesa in uscita" si alimenta di questo Pane.

Di questo Pane si alimenta la nostra vita, fin da bambini, da adolescenti e da giovani.

 

Infine ricordiamo una frase di Gesù, che appare misteriosa nella traduzione corrente ma che, tradotta più letteralmente, si rivela di immensa portata:

"In quello stesso momento esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli scaltri e le hai rivelate ai semplici. Sì, Padre, perché così è sorta benevolenza dinanzi a te»" (Lc 10,21).

 


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